Letta no, poi Letta sì


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – L’UNIVERSITA’ DEVE MOLTO ALL’EX SOTTOSEGRETARIO – L’Aquila deve molto a Gianni Letta, e nella stragrande maggioranza delle sue componenti è d’accordo sul ruolo essenziale svolto dal politico marsicano, che a L’Aquila visse e lavorò in gioventù come giornalista, in tante vicende del dopo sisma. L’ultima, solo per citarne una (importante) è la battaglia vinta anche grazie a Letta per il rinvio e la riduzione delle tasse a suo tempo sospese. Gli deve moltissimo anche l’Università, dove gli studenti non pagheranno tasse per altri tre anni. Se le cose stanno così, e nessuno lo nega, ci sono dei dubbi da chiarire.
Riguardano l’Università, luogo del sapere ma anche della politica, in cui solo pochi giorni fa c’è stato un secco diniego all’intitolazione dell’ateneo a Letta. Per giustificare la risposta negativa, c’è stato chi ha detto in sostanza che “non si intitolano atenei a persone vive”. Sarebbe vietato dalla legge. Ma non si spiega da quale legge… perchè non esiste un divieto del genere.
Viceversa, solo l’altro ieri è stato riconosciuto – proprio dall’ateneo – che si deve anche, se non soltanto, a Letta il nuovo rinvio delle tasse universitarie. Letta no, Letta sì, quindi, ma con quale coerenza? L’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio è persona decisamente al di sopra di problemi del genere, e vola alto. Non saranno le piccole storie aquilane a turbarlo, lui che ben conosce gli uomini specie se detentori del potere a ogni livello. Ma forse sarebbe stato giusto, a L’Aquila, tenere atteggiamenti diversi nei confronti di chi si è prodigato davvero, e non a parole, per appianare mille problemi e ottenere numerosi vitali risultati. Ora Letta non è più nel governo, e con grande dignità e senso delle istituzioni si è fatto da parte per non creare ostacoli e imbarazzi, che sarebbero stati nocivi in questo momento così drammatico per l’Italia. Ne sentiremo la mancanza, qui in Abruzzo, e avremmo fatto meglio ad essere più leali e coerenti, dimenticando i veleni e le meschinerie della politica. Peccato.
All’Università sono stati anche assegnati fondi rilevanti per il pagamento dei fitti di alcune sedi. Fitti che (a parte un’inchiesta che sta facendo il suo corso) rappresentano un gravoso onere. Molto gravoso. I fondi del Governo per pagarli non significano che gli accordi stipulati per tali fitti siano stati giudicati positivamente e gli importi pattuiti siano congrui. Il discorso è sempre aperto. Ma, ancora una volta, la benevolenza nei confronti dell’Università aquilana da parte di Roma forse ha una motivazione, e bisognerebbe chiedersi se in futuro continuerà. Chi, diciamo, ci ha messo una “buona parola” si chiama, ancora una volta, Letta.


17 Novembre 2011

Categoria : Cronaca
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