Non daranno retta a Luigi D’Eramo?
(di G.Col.) – (Foto: via della Mezzaluna, sede un tempo del bordello aquilano, anch’essa distrutta) – Un’idea è buona, da chiunque arrivi. Questa è la regola, nella vita, almeno per chi ha onestà intellettuale. L’idea di Luigi D’Eramo, leader de La Destra in Abruzzo, di firmare tutti un manifesto per la ricostruzione, superando differenze ideologiche, è ottima, e dovrebbe essere valutata. Invece non sarà così. Qualche parola di apprezzamento, e si tornerà ai litigi che da 31 mesi impediscono la ricostruzione.
Quando in ballo ci sono molti soldi, molti affari, molta politica, è quasi oltraggioso diffondere idee semplici. Invece di litigare, scriviamo un documento comune, un impegno che vincoli tutti, e cominciamo a ricostruire. Come sarebbe logico e produttivo agire così. Quanti appetiiti e quante supreme incompetenze spacciate per proficue bravure dovrebbero farsi da parte. Quanti famelici cavalcatori di tigri dovrebbero limitarsi a cavalcare asini. No, caro D’Eramo, lei l’ha fatta troppo semplice. La ricostruzione è un affare enorme, un fiume limaccioso di denari che romba sotto terra e non la vedremo partire se non quando ognuno avrà , come dire, aggiustato i fatti suoi. La stampa non le darà attenzione, senza aver prima sondato le opinioni di chi comanda. Chi comanda la emarginerà come fastidioso “sfruculiatore” La sua proposta sprofonderà nel silenzio più rumoroso. Tutti i grandi complicatori delle cose semplici prevarranno. Non c’è delitto più grave, in questo paese di mestatori e costruttori di grandi misteri, che essere semplici e logici. Altrimenti, non saremmo la patria della confusione, dell’incapacità organizzativa, della ruberia (almeno tentata), dell’improvvisazione all’insegna del “tanto peggio, tanto meglio”.
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