Ripartiamo dall’economia reale, il territorio
Teramo – Area rurale, area marginale? I numeri dicono di no. Il territorio del Gal Appennino Teramano raggruppa 30 Comuni della provincia di Teramo, il 70% del territorio, oltre due terzi della popolazione. Dentro questo territorio sono concentrati il 53% delle aziende agricole, Il 60% delle colture seminative, il 10% della produzione di vite e olio, il 60% dei capi allevati con punte di 80 per i bovini, tutti gli allevamenti di razza marchigiana “certificata” IGP, il 30% del patrimonio boschivo.
Nei prossimi cinque anni in questo pezzo di territorio teramano, per promuovere sviluppo e innovazione all’insegna della collaborazione fra pubblico e privato e del modello di “partecipazione” con una condivisione dal “basso” il Gal Appennino Teramano riverserà circa 8 milioni di euro. Si tratta dei Fondi europei del programma Leader destinati alle aree rurali.
“Il Gal Appenino Teramo è il primo, in Abruzzo, a presentare il Piano 2007/2013 e ha scelto di farlo dentro l’Università per sottolineare una delle direttrici più importanti del lavoro che andremo a svolgere nei prossimi anni: far fronte alla crisi produttiva, economica e d’immagine valorizzando l’unica cosa non può essere copiata o delocalizzata: quell’insieme di valori materiali e immateriali che rappresentano l’identità del territorio – dichiara il presidente Carlo Matone – come per ogni patrimonio, però, va individuato un modello di gestione efficiente e, oggi, questo modello deve tener conto dei mutati assetti istituzionali, economici e sociali e, quindi, deve affrontare le nuove sfide utilizzando gli strumenti della formazione e della conoscenza. Una governance fortemente ancorata all’analisi, allo studio, al monitoraggio, per verificare che quanto si sta facendo è davvero utile ed efficace facendo leva sulle competenze piuttosto che sulle relazioni, come spesso è accaduto in passato”.
I Gal (nati nel 2000 ma operanti, di fatto, dal 2003/2004) nascono proprio per gestire in maniera efficace la domanda di cambiamento che emerge anche dalle aree rurali. Fronteggiare le crisi: ambiente, sociale, materie prime, mercati; ripensare i diritti di cittadinanza; riformulare idee e visioni della competizione nelle sedi decisionali; organizzare sistemi locali utilizzando meglio le risorse disponibili e creando legami tra aree rurali ed urbane. Dall’esperienza già realizzata negli anni precedenti è chiaro che esiste un filo rosso che lega transizione, innovazione sociale, produzione di nuova conoscenza collettiva e nuovi modelli di sviluppo. L’appuntamento è per mercoledì mattina, 16 novembre ore 10 Sala Tesi Facoltà di Scienze della Comunicazione di Teramo – Coste Sant’Agostino.
“Ripartiamo dall’economia reale: il territorio” è il tema centrale di questo Piano Gal 2007/2013 e infatti, i lavori si aprono con la relazione di un economista, Luciano D’Amico, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione che rivelerà, attraverso l’elaborazione di una serie di indicatori, quanto “vale” il territorio del Gal.
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