Rifondazione per “uno spazio comune”
Sulmona – Riceviamo: “Si è svolto ieri nella sala Mazara del comune di Sulmona il congresso del circolo territoriale della Valle Peligna di Rifondazione Comunista. L’evento ha visto la partecipazione di diversi esponenti locali dei comitati per l’ambiente, per l’acqua bene comune, per la difesa della sanità pubblica e dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), oltre che di rappresentanti dei partiti dei Comunisti Italiani, Sinistra Ecologia e Libertà e Italia dei valori. Rifondazione Comunista accoglie pienamente la proposta emersa nel corso del dibatto di trovare un spazio comune dove poter superare le diverse appartenenze e mettere insieme dal basso i percorsi che uniscono tutti questi movimenti e forze politiche, percorsi incentrati sulla difesa dei beni comuni quali lavoro, ambiente, sanità pubblica, istruzione, cultura. Per questo proponiamo di chiamare questo progetto “la casa di beni comuni”, dove ogni cittadino e cittadina possano identificarsi sulla concretezza delle pratiche e contribuire all’elaborazione di una nuova idea del territorio peligno e dei comuni che lo compongono. Al termine della discussione dei documenti politici, è stato eletto il direttivo e il nuovo segretario del circolo. Anche in questo Rifondazione dà il segnale di ripartire dal basso e dalla politica di movimento, eleggendo segretario uno dei più giovani iscritti al partito, Mattia Catalano, venticinquenne lavoratore precario residente a Vittorito, già attivista del comitato referendario per l’acqua bene comune e del movimento studentesco.
Riguardo la linea politica del partito, è stata ribadita la necessità di unire la sinistra, oggi divisa, in un polo aggregante che parta dalla centralità dei diritti dei lavoratori, con la Federazione della Sinistra; la proposta di modifica della legge elettorale in senso proporzionalista puro e delle primarie di programma dove il confronto sia incentrato non sui learder, ma sui temi concreti che caratterizzano i movimenti, come patrimoniale, lotta alla speculazione finanziaria, taglio delle spese militari; infine la contrarietà al governo tecnico Monti, che il PRC identifica come un’emanazione diretta della BCE volta a mantenere gli equilibri del sistema capitalistico-finanziario che ha prodotto la crisi attuale, chiedendo elezioni anticipate per ridare subito la parola al popolo sovrano come unica via per rigenerare le istituzioni democratiche dopo la logorante stagione del berlusconismo”.
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