Stop auto blu, è un ordine


L’Aquila – Per realizzare davvero risparmi, in Italia occorre una sentenza che obbliga i vip a privarsi di inaccettabili benefici, altrimenti si limiterebbero alle parole, ma continuerebbero a vivera comodamente a spese della gente. E la sentenza è arrivata. Stop alle auto blu anche in Abruzzo. La I sezione del Tar del Lazio, accogliendo un ricorso presentato dal Codacons, ha ordinato lo stop alle auto blu per le Regioni e per gli enti locali. L’associazione aveva impugnato al Tribunale Amministrativo il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2011, relativo alla regolamentazione delle auto blu, nella parte in cui allargava in modo inammissibile la platea di soggetti beneficiari delle vetture di Stato. Tale decreto, infatti, sulla carta era volto a razionalizzare l’utilizzo delle auto blu e limitarne i costi, ma di fatto escludeva dall’ambito di applicazione, e quindi dalle limitazioni, tutte le Regioni e gli enti locali. Il Tar (Pres. Est. Roberto Politi) ha accolto il ricorso del Codacons, rilevando come “la limitazione anzidetta – segnatamente per quanto concerne Regioni ed Enti Locali – non solo non trova fondamento nella norma primaria in pretesa attuazione della quale il Decreto presidenziale e’ stato emanato, ma neppure rivela profili di ragionevolezza e logicita’ con immediatezza apprezzabili, atteso il considerevole onere riveniente per le finanze pubbliche dall’utilizzo di mezzi di servizio proprio con riferimento a tali soggetti”. Ora la palla passa a Mario Monti – spiega l’associazione – Il Tar ha infatti disposto che entro 60 giorni il Presidente del Consiglio riveda il decreto presidenziale in oggetto, al fine di individuare in modo piu’ congruo i soggetti beneficiati delle auto di Stato. Anche in Abruzzo quindi il numero di auto blu assegnate alla Regione e agli enti locali dovra’ essere rivisto, cosi’ da rispettare il regolamento che prevede tagli e una riduzione dei costi a carico dello Stato.
In Abruzzo molte auto blu non sono blu, ma color argento Quelle della Regione, per esempio, rinnovate di recente, e nemmeno di marca italiana. Sono costose e tedesche Audi, la cui scelta suscitò proteste e sdegni, ma rimase inalterata. Ora in molti vorrebbero che i regionali scendessero dalle auto blu-argento e salissero o sul mezzo pubblico, o sulle auto personali, oppure su auto di servizio, magari italiane e sicuramente meno costose e presuntuose delle Audi da 60.000 euro ciascuna.


11 Novembre 2011

Categoria : Cronaca
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