Crolla l’Abruzzo dei piccoli “risparmiosi”
Pescara – Formichine giudiziose che mettevano i soldi in banca o alle poste, che facevano risparmio, che accumulavano un po’ di denaro magari per una spesa importante? Diminuiscono rapidamente, e nel 2001 diventano sempre di meno, con gran sconforto delle banche, ma anche un drammatico segnale di sofferenza per l’intera società . Insomma, un altro grave campanello d’allarme. Vuol dire in sostanza che chi riusciva a mettere da parte, da saggio “risparmioso”, una parte del reddito, oggi lo spende quasi sempre per sostenere i figli disoccupati, precari, cassintegrati e così via. Giovani a carico degli anziani, in un’economia sempre più malata e affaticata. E naturalmente forte aumento del costo della vita, anche della spesa di tutti i giorni.
Nei primi sei mesi del 2011 in Abruzzo i depositi bancari e postali hanno subito una flessione di 212 milioni di euro rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro studi della Cna abruzzese, su dati fornitti dalla Banca d’Italia, illustrata, questa mattina, a Pescara, dal presidente e dal direttore della Confederazione Italo Lupo e Graziano Di Costanzo, e da Aldo Ronci, coordinatore della ricerca. La performance negativa e’ ancora piu’ evidente se si osservano le percentuali: i depositi hanno infatti subito un decremento dello 0,92 per cento, contro un incremento medio nazionale dello 0,64 per cento. Inoltre il credito in Abruzzo nella prima meta’ dell’anno e’ cresciuto assai meno che a livello nazionale, ma solo grazie alla performance dei primi tre mesi: nella prima meta’ del 2011 le banche hanno erogato, al netto di quello erogato alle amministrazioni pubbliche e alle societa’ finanziarie, 770 milioni di euro in piu’ pari al 3,20 per cento ma con un valore inferiore a quello nazionale pari al 4,03 per cento. Per Aldo Ronci si tratta di ‘una performance insufficiente perche’ l’incremento e’ stato basso sia per il sistema delle imprese, in evidente affanno, che per le famiglie consumatrici, che non riescono piu’ a risparmiare. Insomma il credito si concentra ormai su questi soggetti che possono offrire valide garanzie’. A livello territoriale valori inferiori alla media nazionale si registrano nelle province di Pescara, Teramo e Chieti, mentre solo l’aquilano riesce ad uguagliare il tasso di crescita italiano. Tra i destinatari, invece, l’incremento di 567 milioni di euro che va alle imprese e’ stato assorbito, per oltre la meta’, dal settore delle costruzioni e si e’ condensato nella sola provincia dell’Aquila. Stando alla ricerca della Cna l’andamento del credito, nel primo semestre del 2011, ha avuto due diverse velocita’: bene nei primi tre mesi, male tra aprile e giugno. Nel secondo trimestre dell’anno, infatti, il credito e’ cresciuto di 282 milioni di euro contro i 488 del primo semestre. Il credito alle imprese e’ crescuito di 205 milioni di euro a fronte di 362; quello alle famiglie consumatrici di 77 contro 126. Per quanto riguarda i prestiti diventati inesigibili nel primo semestre sono stati pari al 18,33 per cento con una crescita inferiore alla media nazionale, ma con un incremento assoluto, pari a 313 milioni di euro, preoccupante. Da parte sua il presidente della Cna Italo Lupo ha auspicato che la Regione metta subito in circolazione i fondi Fas. Il direttore della Confederazione Graziano Di Costanzo ha sottolineato che la situazione del terzo trimestre e’ peggiore di quella del secondo. Il direttore di Fidimpresa Abruzzo, Adriano Lunelli, ha affermato che ‘dopo la pausa estiva si e’ registrato un crollo consistente di trasferimenti di credito al sistema delle imprese’.
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