Paura del peggio: Pescara, allarme porto canale, L’Aquila, tardivi soprassalti


La paura che accada il peggio mobilita istituzioni e politici, che si sbracciano e si accorgono di essere a rischio. Hanno ragione, se è vero che 295 comuni abruzzesi su 305 lo sono. Ma certo non da oggi. Ci si muove a Pescara, L’Aquila, Giulianova, anche se spesso si scopre solo… l’acqua calda.
PESCARA, FONDALI-TAPPO – (Foto: sopra, il porto canale – Sotto l’Aterno a L’Aquila il 1 dicembre 2010) – La Confcommercio di Pescara, in una nota inviata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, ai ministri dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e dei Trasporti Altero Matteoli, al presidente della Regione Gianni Chiodi, al prefetto Vincenzo D’Antuono, al Commissario straordinario del Porto Guerino Testa, al sindaco Luigi Albore Mascia e al comandante della Capitaneria di Porto Luciano Pozzolano, ha interessato i rappresentanti delle istituzioni in merito alla pericolosa situazione in cui versa la foce del fiume Pescara. Tutti abbiamo sotto gli occhi le drammatiche vicende che Liguria e Piemonte, ma anche Campania e Basilicata, stanno vivendo in questi giorni – aferma l’associazione in una nota – colpite oltre ogni immaginabile previsione da condizioni meteorologiche che hanno messo letteralmente in ginocchio un’area vastissima, con danni incalcolabili alle persone e alle cose. Uno scenario che riporta purtroppo alla memoria gli avvenimenti che colpirono Pescara nell’aprile del 1992, quando una vera e propria bomba d’acqua riverso’ un’ondata di piena sulla citta’, provocando l’esondazione del fiume Pescara e la conseguente distruzione di centinaia di pescherecci e imbarcazioni, causando altresi’ pericolosi allagamenti e danni ingenti alle attivita’ commerciali e all’intero tessuto urbano. Non vogliamo neanche pensare al ripetersi di una simile eventualita’ – dice Confcommercio – ma se a Pescara dovesse malauguratamente ripresentarsi un episodio analogo a quello del ’92, ma probabilmente anche di minore portata, tutti sappiamo che le attuali condizioni del fiume Pescara non consentirebbero di assorbire una tale quantita’ di acqua. Il fondale del fiume che attraversa la citta’ per sfociare poi nell’Adriatico e’ infatti divenuto una sorta di tappo, essendo pervaso da una tale quantita’ di sabbia e detriti che non solo rende impossibile il passaggio di navi anche di medio tonnellaggio, ma crea addirittura difficolta’ di navigazione ai tanti pescherecci, che producono economia e ricchezza e sono fonte di sostentamento per centinaia di famiglie. Timbri e cavilli – scrive l’associazione – da anni mettono in pericolo l’incolumita’ dei cittadini, dal momento che intoppi burocratici non consentono di procedere all’indispensabile e ormai non piu’ rimandabile dragaggio del fiume, i cui argini – ripetiamo – non sarebbero assolutamente nelle condizioni attuali in grado di reggere la furia degli elementi. Il nostro grido di allarme nasce anche dalla considerazione che nessun danno e’ stato mai risarcito agli operatori e alle attivita’ commerciali in occasione di analoghi accadimenti verificatisi negli anni precedenti. Tale situazione e’ da ritenersi pertanto di assoluta emergenza! Prima di essere costretti a leggere i desolanti ‘comunicati del giorno dopo’, dai quali apprendere solo a cose fatte di danni incalcolabili e piangendo la perdita di vite umane”, la Confcommercio ha “richiesto da subito alle istituzioni competenti il riconoscimento dello stato di emergenza per la situazione del fiume Pescara ed il conseguente intervento immediato di bonifica dei fondali gia’ da domani”.

L’AQUILA, LE MANI AVANTI – I disastri del maltempo inducono le autorità aquilane a mettere le mani avanti, come si suol dire, sui pericoli derivanti dal fiume Aterno, che ha sempre esondato (anche qualche mese fa) e da sempre costituisce un pericolo noto a tutti e anche attestato da studi scientifici. Nessuno ne ha mai tenuto conto, tant’è vero che è cresciuta una vasta area industriale sulle sponde del corso d’acqua a Pile e altrove. Ma ora tutti sono zelanti, e mettono la coscienza posto, o almeno ci provano. A seguito delle abbondanti precipitazioni che stanno investendo drammaticamente il Paese, il sindaco Massimo Cialente e l’assessore alla Protezione Civile Roberto Riga, hanno scritto al presidente dell Provincia Antonio Del Corvo e all’assessore alla Protezione Civile della Provincia Giuseppe Tiberio, affinche’ adottino tutte le iniziative necessarie alla messa in sicurezza dei vari fiumi e torrenti presenti sul tutto il territorio comunale.
“In particolare – si legge nella lettera – oltre alla possibilita’ di esondazione del fiume Aterno, si segnalano le situazioni di grave pericolo presenti sul torrente Raio, nel tratto che attraversa il nucelo industriale di Pile completamente intasato da vegetazione arbustiva, nei fossi di San Giuliano e Bagno Grande e nei torrenti del Raiale e Vera”. La lettera conclude con l’invito a prendere tutte le misure di controllo e verifica necessarie al monitoraggio del territorio, al fine di scongiurare ulteriori tragedie.

GIULIANOVA – Dopo aver segnalato piu’ volte i problemi, il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, e l’assessore al Demanio, Archimede Forcellese, scrivono al governatore Gianni Chiodi, agli assessori regionali Giuliante e Di Paolo e al presidente della Provincia Valter Catarra chiedendo di finanziare gli interventi per la messa in sicurezza e il ripristino degli argini dei fiumi Tordino e Salinello. “Lo scorso 31 ottobre – dice il sindaco – l’assessore Forcellese ha effettuato un sopralluogo con un funzionario del Genio Civile. La situazione in effetti e’ preoccupante, come avevamo piu’ volte rilevato in passato e gia’ all’indomani dell’alluvione di marzo. Tanto lungo il Tordino quanto nel tratto finale del Salinello gli argini sono gravemente compromessi, e quindi urge intervenire. Esiste un progetto del Genio Civile ma per realizzarlo occorrono risorse ingenti che il Genio Civile non ha e che, anche volendo, il Comune non potrebbe fronteggiare con risorse proprie. Per questo – prosegue Mastromauro – ho inviato una richiesta ufficiale affinche’ si provveda nel piu’ breve tempo possibile, non solo a mettere a disposizione i fondi ma anche ad avviare sollecitamente gli interventi perche’ ogni indugio potrebbe costare caro e rendere la situazione in alcuni nostri quartieri, in caso di piogge di forti intensita’, davvero drammatica”.


07 Novembre 2011

Categoria : Cronaca
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