Tasse, la città nell’incubo
L’Aquila – L’Aquila e il cratere sono nell’incubo: se si dovranno restituire le tasse così come è stabilito fino ad oggi, sarà il tracollo economico, sarà lo spopolamento. Non si scappa, non può essere diversamente. Un secondo terremoto è la frase che ormai tutti ripetono ossessivamente. Comunque, un disastro che colpirà il tessuto sociale in misura tale, da non consentirgli di rialzarsi. E quindi caduta finale. Questo è il clima in cui si vivono queste ore, consapevoli che non se ne esce, senza una proroga dei pagamenti, che, tuttavia, non è neppure ritenuta un rimedio efficace, bensì solo un palliativo: al termine della proroga il problema si ripresenterebbe tale e quale.
La lettera del sindaco Cialente indirizzata a Berlusconi e Letta è partita: chiede un incontro per risolvere il problema. Ma a Roma la situazione politica è talmente tesa e grave, che pochi credono in una risposta rapida e positiva. Fiducioso si è detto, questa mattina in un vertice del PdL abruzzese a Pescara, il presidente Chiodi, dopo un colloquio telefonico con Letta. Ma anche deciso a dimettersi dalla carica di commissario alla ricostruzione. Quindi fiducioso, ma non certo. Da lunedì partono le manifestazioni, le assemblee, le riunioni e i cortei di protesta. Prima a L’Aquila, poi a Roma, dove a suo tempo come risposta vi furono sonore manganellate sui manifestanti. Oggi il centro di Roma è presidiato e protetto molto di più rispetto a ieri, perchè la manifestazione del 15 ottobre ha fatto scuola. Quindi, se vi sarà una protesta a Roma, sarà uno scontro. Mai si ricorda una unanimità di opinioni su un problema, come quella che c’è sulle tasse. Sull’emergenza sono d’accordo tutti. E’ una forza, una coralità che sarà suggellata, se sarà necessario, dalle campane a distesa invocate dal sindaco Cialente. Uniti si vince, dice la retorica. Ma forse, stavolta, se non una vittoria, sarà una inedita prova di forza: quella della disperazione.
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