Pecche e ombre, la ditta per la raccolta delle macerie rinuncia – Dubbi su ricostruzione
L’Aquila – Una svolta, da alcuni prevista nelle ultime ore, nella intricata vicenda della ditta che ha “vinto” l’appalto da 50 milioni del Comune per la raccolta delle macerie. Oggi la ditta ha fatto marcia indietro rinunciando all’incarico. Pare sia emerso che i prescelti non hanno i requisiti. Pare anche che decisioni così rapide siano dovute al fatto che tutto il dossier sull’appalto è stato spedito alla Procura dell’Aquila. La ditta avrebbe dovuto utilizzare l’immenso “buco” della ex cava Teges presso Bazzano per stiparvi migliaia di tonnellate di macerie, molte delle quali da analizzare perchè probabilmente contenenti amianto (l’asbesto tossico e cancerogeno usato in tettoie e varie strutture crollate). La scelta della ex cava Teges per le macerie fu da noi anticipata quasi due mesi fa, e la diffusione della notizia destò irritazione: non se ne sarebbe dovuto parlare, almeno non allora. Organi di informazione poco attenti o molto gentili verso il Palazzo fecero finta di nulla, non se ne scrisse. In seguito c’è stata la forte presa di posizione del capogruppo PdL Gianfranco Giuliante sulla vicenda e sull’affidamento dell’appalto, mentre qualcuno in comune continuava ad assicurare che tutto era regolare. Infine ieri l’invio delle carte alla Procura, e oggi il colpo di scena. Tutto da rifare, tempo e denaro ancora necessari e le macerie si accumulano. L’Aquila non si smentisce.
Ma c’è dell’altro. Il presidente Gianni Chiodi, in qualità di commissario delegato per la ricostruzione, ha nominato “soggetto attuatore”, per le opere offerte dalla Regione Lombardia, l’ingegner Antonio Rognoni, direttore Generale della “Infrastrutture Lombarde SpA”. Il ruolo è di grande rilievo e il prescelto ha enormi poteri e spazi decisionali. Oggi del designato si apprende che le cronache milanesi si sono occupate di lui in una inchiesta partita dal pm di Potenza, Henry John Woodcock, poi trasferita per competenza a Milano. Le accuse mosse a Rognoni, oggi soggetto attuatore per la ricostruzione abruzzese, sono turbata libertà degli incanti e concussione. Il processo è da fare, quindi tutto va verificato e l’interessato respinge le accuse. Ma secondo Woodcock c’è da andare a fondo su molti episodi e molti lunghi giri, che di solito fruttano aumenti dei soldi messi in palio. La solita storia all’italiana? Per ora, il Rognoni è il prescelto da Chiodi. Il presidente era stato informato dei precedenti?
(Nella foto: Immensi cumuli di macerie del terremoto. Dove andremo a depositarle?)
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