TASSE, E’ MOBILITAZIONE PER SALVARE LA CITTA’
L’Aquila – STRAPPARE IL “PERMESSO” DI SOPRAVVIVERE – DRAMMATICO COMUNICATO DAL COMUNE – PER CHI SUONA LA CAMPANA – La situazione precipita, il primo cittadino corre per quanto possibile ai ripari. Dal palazzo municipale questa sera un comunicato che potrebbe essere storico, in cui si dà inizio alla mobilitazione della città per la propria sopravvivenza. Con la spada di Damocle delle tasse da restituire tutte e subito, non c’è via di scampo. Solo facendosi sentire L’Aquila potrà ottenere il “permesso” di sopravvivere dal Governo. Il sindaco Massimo Cialente – dice la drammatica nota – ha convocato per domani pomeriggio alle ore 16 una riunione a cui sono state invitate le Associazioni di Categoria, le Organizzazioni Sindacali e la Camera di Commercio al fine di organizzare la necessaria mobilitazione per protestare contro la decisione del Governo di non prorogare la restituzione delle tasse sospese dopo il terremoto del 6 aprile del 2009.
La mobilitazione verrà organizzata per coinvolgere tutta la città.
“La battaglia decisa per il rinvio delle tasse – ha dichiarato Cialente – è necessaria per la sopravvivenza stessa dell’economia della città. È oggettivamente impensabile che il cratere, nel quale nulla è stato fatto per avviare la ricostruzione fisica e socioeconomica, possa reggere all’impatto, che sarebbe poi un secondo terremoto”.
“La mobilitazione di tutte le coscienze della città – ha concluso il sindaco – è la battaglia per il futuro dell’Aquila”.
“Promesse, promesse e solo promesse da parte di Chiodi. – ha commentato l’assessore Stefania Pezzopane – Promesse che avevano l’unico obiettivo di disinnescare la necessaria e giusta mobilitazione degli aquilani”.
“Con le categorie produttive, le organizzazioni sindacali, ma anche con i parlamentari, i consiglieri regionali e le amministrazioni dei Comuni del Cratere, – ha infine aggiunto la Pezzopane – sarà organizzata nelle prossime ore una mobilitazione, affinché dalle promesse mancate si passi ai fatti concreti. Nessuno ha dimenticato che c’era stato assicurato un trattamento ‘migliore’ di quello avuto dai cittadini di Umbria, Marche e Molise”.
PER CHI SUONA LA CAMPANA – For whom the bell tolls, per chi suona la campana, Hemingway lo trasse dai versi di un poeta inglese del ’600, John Donne. Anche stavolta bisogna chiederselo, perchè L’Aquila, esortata da Cialente e dalla Pezzopane, si gioca tutto. Non ha avuto la ricostruzione, sta sgretolandosi economicamente, è crollata moralmente e psicologicamente.
Raccoglie le sue forze e alza la voce, perchè giunga negli sconvolti palazzi romani, dove chi governa ha anche il dovere di occuparsi dei problemi quotidiani della gente, quando è ridotta alle corde. Non esiste solo la terribile crisi internazionale. Esiste anche il quotidiano di 100.000 persone che non vogliono evadere il fisco, ma pagare le tasse secondo modalità già accordate ad altri cittadini in occasione di terremoti e altri disastri. Non è un popolo di tricoteuses assetate di ghigliottina, quello aquilano e del cratere. E’ solo gente che chiede uguaglianza sociale e fiscale. Al momento, equivale ad una licenza di sopravvivenza. Roma non potrà far finta di nulla. Basterebbe un centesimo di aumento della benzina a risolvere il problema: gli italiani non se ne accorgerebbero neppure, abituati ad essere strangolati dai petrolieri in misure ben più pesanti. E sempre inique. Attenti alla rabbia dei diseredati e dei disperati. Ha spesso giocato da protagonista nella storia. Potrebbe farlo ancora, perchè qui c’è ben poco da perdere. (G.Col.) (Foto dal film “Per chi suona la campana” tratto da Hemingway)
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