I saggi dubbi di zio Desiderio
(di G.Col.) – Zio Desiderio, ingegnere all’Ansaldo di Genova, gran ciuffo grigio ribelle, occhiali a fondo di bottiglia, un braccio offeso, mingherlino, intelligente, ironico, umorista all’inglese. D’estate in agosto eravamo tutti nella casa di famiglia a Caramanico Terme, per le vacanze. Lui tornava da Genova con la moglie Zèfora. Le camere da letto, prospicienti, erano al secondo piano, affacciate sui tetti con i “coppi” di creta, sotto il campanile del paese disteso tra i fiumi spumeggianti Orta e Orfento, alle falde della Maiella. Nel silenzio della notte zio Desiderio esprimeva tutte le sue perplessità sulla vita, sulle persone, sugli avvenimenti, sulla giornata trascorsa tra svaghi e passeggiate lungo la Strada Nuova verso S.Tommaso. Insonne, pensatore, nel buio lo si sentiva emettere il suo meditabondo “Mah…”. Diceva solo “Mah…” due o tre volte, e tornava il silenzio, scandito dalla campanella dell’orologio ogni quarto d’ora. Caramanico dormiva, zio Desiderio diceva “Mah…” e la vita agostana di quelle estati lontane andava avanti. A settembre, tutti a casa loro, chi a Genova, chi a Pescara, chi a L’Aquila.
Quel “Mah…” è così attuale, adesso, in questi giorni e anni in cui davvero non sappiamo cosa ci aspetta domani, tra crisi, crolli di borse, crolli di vite e case, crolli di speranze che forse sono sempre state solo illusioni per tutti noi. Mah…
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