PRC polemizza con Di Stefano
Chieti – Scrive Riccardo Di Gregorio, capogruppo PRC in consiglio comunale. “Farebbe bene a frequentare di più le sedute del Consiglio Comunale il Sen. Di Stefano, invece di venire una volta ogni tre mesi e dire corbellerie. Se é deplorevole solidarizzare con un ragazzo di ventitrè anni che è in carcere da dieci giorni, solo per essere stato intercettato, é fin troppo facile solidarizzare con il Presidente del Consiglio (come il senatore fa ad ogni voto rinnovandogli la fiducia), guarda caso uno degli uomini più ricchi e potenti d’Italia. Non sono un garantista a corrente alternata ma se proprio si vogliono fare le pulci alle telefonate, ce ne sarebbe una freschissima, riportata dalle agenzie a ridosso della manifestazione del 15 ottobre (ma che ovviamente non ha suscitato scalpore e tantomeno condanna nei confronti del Premier).
Dice testualmente il Premier a Lavitola: “…tu capisci che siamo a una situazione per cui: o io lascio, cosa che può essere anche possibile e che dato che non sto bene sto pensando anche di fare, oppure facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera… Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c’è un’alternativa…”.
A questo punto verrebbe da pensare che fare fuori la Procura di Milano e assediare la Redazione di un giornale, secondo Di Stefano, rientrano nell’attività del Premier e forse anche nel programma del Pdl. La ridicolezza delle dichiarazioni del Sen. Di Stefano, rese ieri in Consiglio Comunale, soprattutto dopo che hanno cercato in tutti i modi di mettere al bando le intercettazioni, ci danno l’idea di quanto sia insignificante avere un rappresentante del genere che siede (perchè parla poco e a sproposito) nel Senato della Repubblica”.
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