Censura, ha ragione Santoro

(di G.Col.) – Michele Santoro parla di censura senza mezzi termini. E’ toccata a lui e alla Dandini, che – tirate le somme – non sono più in Rai. Ha ragione. Forse non sa che la censura si può fare in mille modi. Se gli interessa, gli diciamo che anche noi, nel nostro piccolo, subiamo censure. Che consistono nel toglierci l’ossigeno rappresentato dai flussi, spesso consistenti, di denaro sotto forma di pubblicità. Ne facciamo a meno.
Noi non siamo allineati, è una scelta, così siamo nati e così saremo. Senza frenesie scandalistiche nè aggressioni mediatiche, ma a noi piace dire le cose come le vediamo, e cioè quasi sempre in modo diverso rispetto a politici e palazzi. Cosa ci costa? Certo, nessuno viene a cancellarci i testi degli articoli, o ad ordinarci di modificare parole, frasi, contenuti. Dovrebbero entrare in casa nostra per farlo, e sono furbi. Tanto, il metodo per punirci c’è: neppure un euro di pubblicità istituzionale, bandi gara, annunci di convegni (inutili), messaggi regionali, promozione di iniziative (politiche anche se mascherate), e anche pubblicità di quella che i potentati politici chiedono ai potentati economici a beneficio delle testate amiche. Per noi, niente: solo pura e semplice pubblicità commerciale. Resteremo censurati come siamo nati. Il potere sa come colpire, anche se non siamo nella Polonia degli anni Ottanta. Quindi Santoro ha ragione, forse non sa neppure quanto. Ma lui è comunque milionario, avendo percepito bei compensi (meritati, certo) anche dalla Rai che poi lo ha inesorabilmente segato. Questa è la vita… Questa è l’Italia che, prima o poi, dovrà cambiare. Peccato che difficilmente ci saremo, quando ciò avverrà. Se mai avverrà.