“Ex Gil, doveva ospitare un servizio”
L’Aquila – “L’edificio dell’ex Gil o ex Isef ricostruito – con la velocita’ di cui si e’ vantato il provveditore Santariga – poteva essere destinato ad un servizio, con tutta la provvisorieta’ che si vuole, di vera e assoluta comprovata utilita’ per i cittadini”. Lo afferma, in una nota diretta al commissario Gianni Chiodi, il giornalista e storico Amedeo Esposito, secondo il quale “si potrebbe pensare, tanto per fare un esempio, all’Ater (ex istituto case popolari), o magari agli uffici anagrafici del comune, o ad altra istituzione per i cittadini, com’era un tempo”. “In politica – commenta Esposito – l’abilita’ sta nel saper sviare le domande, ma l’arte sta nel non farsele porre. Dev’esser vero, se il Commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi si e’ affidato la scorsa settimana al provveditore alle opere pubbliche, l’ing. Giancarlo Santariga per ‘far dire’ alla citta’ che il ristrutturato ‘edificio pubblico strategico’ qual e’, come lo conoscono gli aquilani, l’ex Gil (gioventu’ italiana del littorio) femminile della Villa comunale sara’ sede degli uffici del suo vicario Antonio Cicchetti. L’ing. Santariga (dirigente, non per sua responsabilita’, di un ente costituzionalmente e istituzionalmente proiettato nella…sfera dell’infinito) ha anche annunciato che nello stesso edificio potra’ trovare sede il vice commissario ai beni culturali Luciano Marchetti. E’ questa la recentissima importante e illuminante decisione della complessa pletora di commissari che sulla citta’ ferita (e comunque su tutto il cratere) si e’ abbattuta, ormai da circa tre anni, come una dolente casualita’ che ha fatto coincidere il disastro tellurico con la disperazione dei 120mila cittadini colpiti. Per cui il commissario Chiodi elude la domanda di sempre: quando tempo pensa debba durare la sua esistenza commissariale (e quella degli altri, ovviamente), se ha annoverato prioritariamente il suo ufficio tra quelli di storica istituzione? Ignorando cosi’- osserva lo storico e giornalista aquilano – non si sa con quanta convinzione, l’autorevolissimo ‘giovanardipensinsiero’: ‘L’Aquila difficilmente sara’ ricostruita”. E invece il commissario Chiodi ed i suoi vicari si muovono in senso contrario. Forse si ritengono…eterni, com’e’ nell’eternita’ italiana ogni cosa provvisoria, con buona pace della dolente diaspora (imposta e mal vissuta) degli aquilani, i quali sognano (certamente invano) di riavere la loro citta’ com’era e dov’era”.
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