“Case, per 10.000 classificazione E”
L’Aquila – Scrive Luca D’Innocenzo, assessore comunale: “Saranno oltre 10.000 i nuclei familiari con abitazioni con classificazione di tipo E o assimilabili. Il Piano C.A.S.E. è del tutto inadeguato, servono urgenti soluzioni integrative e del tutto insufficiente alle esigenze abitative della città. Come Comune proporremo i criteri di assegnazione delle abitazioni, per definire delle priorità temporali che tengano conto in particolare dell’impossibilità di prolungamento del pendolarismo per i figli piccoli o in età scolare e per le categorie più disagiate, quali gli anziani e le disabilità gravi.
Le priorità temporali però non possono cancellare la necessità di trovare una “sollecita sistemazione delle persone fisiche residenti o stabilmente dimoranti in abitazioni che sono state distrutte o dicharate non agibili”.
La sistemazione va data a tutti, per cui nessuno pensi che il Comune, che con piena assunzione di responsabilità, dirà quali pensa siano le priorità temporali per le C.A.S.E., possa ritenere accettabile che qualcuno non torni a L’Aquila non per scelta propria, ma perchè senza sistemazione sostitutiva.
E’ dunque indispensabile mettere in campo immediatamente soluzioni provvisorie aggiuntive. In particolare è indispensabile che la Protezione Civile, il Governo e la Regione ognuno per quanto di competenza mettano in cantiere:
-un piano di soluzioni provvisorie per chi, avendo abitazioni di categoria B C, ma avendo lavori da svolgere non brevissimi, necessita di sistemazioni provvisorie, ma che in autunno ed in inverno non potranno continuare ad essere a 100km di distanza dall’Aquila;
-un piano integrativo al Piano C.A.S.E.per soluzioni abitative pensate per i nuclei di dimensioni oggi non coperte dalle “pezzature” messe in cantiere dalla protezione civile (in particolare per nuclei di uno/due componenti e nuclei di 5 e più componenti), anche costruendo abitazioni pensate per la convivenza di diversi e autonomi nuclei familiari.
Questa soluzione può ad esempio rappresentare, soprattutto se il modello abitativo viene studiato accuratamente, la soluzione per i tantissimi anziani che non avranno nuclei familiari con cui ricongiungersi e che non possono certo essere sistemati lungamente né nelle tende, né in alberghi, né in caserme. Una modalità abitativa mista, che salvaguardi uno spazio di autonomia ed intimità dei singoli o delle coppie, ma che contestualmente preveda gli altri spazi in comune, può rappresentare una soluzione innovativa, efficace e socialmente qualificante. Una soluzione di circa 250 abitazioni di questo tipo pensate ognuna 3-4 nuclei individuali o coppie, può coprire un fabbisogno dalle 1000 alle 2000 unità;
-un utilizzo misto degli alloggi della Guardia di Finanza, ad esempio prevedendo un uso immediato degli alloggi per togliere la popolazione più disagiata dalle tende ed un uso da Ottobre degli stessi immaginando i 500 alloggi per gli allievi, e gli ulteriori 3000 per single sfollati e studenti universitari. Infine sarà necessario prevedere da parte del Comune
la requisizione degli appartamenti utilizzabili, ma che a fronte di una presenza di sfollati in cerca di casa, risulteranno ancora sfitti.
Per questo si invitano tutti i proprietari di abitazioni agibili e non utilizzate a mettere immediatamente a disposizione gli alloggi per gli affitti a carico della protezione civile.
I prezzi definiti dalla protezione civile sono di per sé ben al di sopra di quelli che erano i prezzi di mercato per L’Aquila prima del sisma, per cui non è ulteriormente tollerabile né la richiesta di cifre superiori, né l’indisponibilità nel mercato degli immobili che sarebbero in realtà già immediatamente utilizzabili. Un atto di pianificazione che possa permettere, a chi ne ha la possibilità e la volontà, di avviare la costruzione di abitazioni, anche prevedendo alcuni parametri qualitativi quali un basso indice di edificabilità, modalità costruttive orientate a consumo zero (case passive), tecniche di autocostruzione, prezzi e canoni concordati per molti anni, sperimentazione di co-housing e di housing sociale”.
(Nella foto: Così saranno le case in costruzione: carine, forse, ma insufficienti per D’Innocenzo)
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