Tasse, il solito metodo riprovevole


(di G.Col.) – Che ci fosse un lungo “ponte” di inerzia burocratica e politica prima del termine per la restituzione delle tasse arretrate da parte dei terremotati, non è certo una scoperta. La burocrazia, perennemente pronta ad allungarsi i riposi con trucchetti e ceselli sul calendario, e la politica, che ama molto le pause, forse ci contavano. Fatto è che nel ponte ci siamo, fra poche ore scade il termine, e non è accaduto nulla per una proroga delle tasse o per una loro corposa riduzione. Tutte promesse ribadite nei giorni scorsi, badate bene.
I meccanismi per la trattenuta delle tasse sono scattati. Risposte non ne sono arrivate, si torna alla mobilitazione e ai cortei, alle proteste, forse anche alle manganellate. Poi, forse, qualcosa accadrà. E’ il metodo riprovevole della grazia all’ultimo momento, della munificenza dei potenti verso il popolo bue. Che poi dovrebbe anche votarli per gratitudine. Per grazia ricevuta. Se il sistema conta di stare in piedi ancora, come venti o trent’anni fa, su questi metodi, sbaglia i suoi calcoli. Ormai tutti sono stufi e disincantati. Ma soprattutto stanchi di questa Italia. Noi del cratere sismico due volte: stanchi di questa Italia e di questo sgocciolio di concessioni, di benevolenze con il pelo. Di umilianti elargizioni dall’alto, dopo preghiere e disperazione. No, non è così che si vive in una società democratica, in cui è la dignità della gente, prima che il portafogli, a contare qualcosa. Almeno per molti.



29 Ottobre 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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