Parole come colpi di pietre


(di G.Col.) – Quelle parole sulla sanità negli ultimi anni in Abruzzo, prima che arrivasse la tempesta di Sanitopoli, sono colpi di pietre. Sono la lapidazione di un sistema torbido, corrotto, invasivo, che mirava ad arricchire sulla salute della gente. Lo hanno detto il procuratore di Pescara, Nicola Trifuoggi, e il presidente della commissione sanità del Senato, Ignazio Marino. Non invettive politiche o brandelli di servizi giornalistici, quindi, ma voci di un alto magistrato e di un politico di rango. Il processo in atto a Pescara, come tutti i processi, dirà la sua verità quando sarà emessa la sentenza. Limitiamoci solo a riportare ciò che in quell’aula accade, per ora. Da cittadini e da cronisti.
Tuttavia, il passato pesa come una montagna su questa regione (in cui per due volte i massimi vertici governativi sono finiti in gattabuia, un record che significherà qualcosa) devastata dalla malapolitica, dall’ingordigia di denaro, dal malaffare, dalla supinità e collusione di chi ha sempre tollerato, sperando forse di condividere i benefici e i tornaconti. Per fortuna due uomini giusti, un magistrato e un politico (quindi non tutti i politici meritano la gogna…) parlano in modo chiaro, oggi, momento difficile in cui la politica di Gianni Chiodi sta riportando ordine nella sanità. Costretta a imporre dei prezzi, che alla fine paghiamo sempre noi, i cittadini: certo. La sanità diventa una cosa migliore? Lo strapotere dei privati viene ristretto in limiti invalicabili? Tutto ci costa di più? Sopporteremo. A patto che, per chi verrà, vi sia un sistema migliore di quello che ci lasciamo alle spalle, maleodorante e inetto. Quando non c’è altro da fare, rimane la speranza. Che spesso è la sola cosa che ci spinge avanti. I tunnel hanno sempre un’entrata e un’uscita. Non esistono tunnel infiniti, anzi proprio nulla in questo universo è infinito, dice la fisica. Un limite, ma anche una consolazione.



26 Ottobre 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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