Ricostruzione, chi ha sentito i geologi?


17L’Aquila – Parte con il decreto sulle “case di categoria E”, in arrivo, la ricostruzione “pesante” di tanti edifici fortemente compromessi dai terremoti. Palazzi, condomìni, appartamenti privati, ville, edifici pubblici, chiese, monumenti, sedi istituzionali. Un problema nel problema, e un mare di soldi necessari per ridare davvero corpo alla città, se è vero che tutti sono d’accordo su una sola cosa: L’Aquila fa rifatta. Possibilmente com’era. Ma anche dov’era? O almeno dov’erano alcuni edifici oggi pericolanti o fortemente danneggiati anche nelle strutture?
Nei piani, nei programmi, nelle buone intenzioni, c’è qualcuno che ha pensato al compito dei geologi? Non pare che sia così, come è emerso anche nel corso di recenti convegni. Alzi la mano chi, costruendo una casa, ha fatto o è stato obbligato a fare indagini e sondaggi di natura geologica. Non solo per l’ispezione del sottosuolo, ma anche per verifiche sulla presenza del gas radon, molto pericoloso. Sono cose che da noi si trascurano, come se vivessimo in una terra felice senza problemi, senza sismicità, presente quest’ultima nei secoli e causa di varie distruzioni e devastazioni urbane. La storia, come sempre, non insegna nulla.
Oggi la situazione dovrebbe essere diversa. La microzonizzazione sismica è indispensabile, intesa come interazione tra fenomeni sismici rilevanti e ambiente, in particolare il sottosuolo. Il problema è sintetizzabile. Dopo le scosse forti di aprile, chi garantisce che il sottosuolo aquilano sia “come prima”? Le mutazioni dovute all’attività sismica sono state anche manifeste. Basti pensare a spaccature del suolo, fratture persino in superficie, manifestazioni delle faglie fino all’esterno. Tralasciamo le dicerie su sprofondamenti o sollevamenti del suolo, che pure hanno fondamento scientifico: pare che addirittura il Gran Sasso si sia sollevato. Purtroppo, su questi fenomeni c’è una inspiegabile reticenza delle fonti ufficiali, degli istituti scientifici, che dovrebbero avere dei dati precisi, e, se li hanno, se li tengono ben stretti e nascosti. Ma chi deve ricostruire, ha bisogno di indagini geologiche, di cui, per quel che si sa, dovrebbe occuparsi un imprecisato servizio geologico della Regione. Esiste? E se esiste, chi l’ha mai sentito nominare? La Regione, del resto, è l’ente che ha fatto sparire un rapporto scientifico di diverso tempo fa che metteva in allarme sulla particolare natura del suolo aquilano, capace di subire accelerazioni di gravità impressionanti in caso di sismi. Proprio quel che è avvenuto. Per le case occorrono indagini sulle fondamenta e sul terreno in cui poggiano. Sulle interazioni tra edificio e terreno. Su eventuali modifiche ipogee. Cosa significherà mai, anche sul piano puramente logico, consolidare, ristrutturare, magari rinforzare le strutture di edifici che sorgono su terreni non indagati? Ecco un argomento di grande delicatezza, sul quale le autorità competenti (spesso si fa per dire…) dovranno sbottonarsi, ammesso che abbiano le idee chiare. Cosa di cui è lecito dubitare. (G.Col.)
(Nelle foto: La devastazione delle chiese Anime Sante e S.Maria Paganica)


14 Luglio 2009

Categoria : Scienze
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