Zona franca L’Aquila? Un altro incontro, tanto per cambiare, dopo due anni…
L’Aquila – IL CRATERE ASSASSINATO DUE VOLTE. TERREMOTO E ORA BUROCRAZIA EUROPEA – (Foto: il Parlamento europeo, ovvero il porto delle nebbie) - Il vicepresidente vicario del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, incontrerá il prossimo 9 novembre i rappresentanti del gabinetto del Commissario europeo Almunia, per sollecitare una risposta in merito alla realizzazione di una zona franca urbana per L’Aquila. A distanza di due anni dal sisma che ha distrutto la citta’ e altre zone della regione Abruzzo, la Commissione europea ancora non si e’ pronunciata in riferimento alla richiesta avanzata dal Consiglio regionale abruzzese di prevedere una zona franca urbana per la zona dell’Aquila e dei comuni limitrofi. Si tratta, secondo il vicepresidente del Parlamento Europeo “di un ritardo grave che danneggia i cittadini abruzzesi e pesa sulle possibilita’ di rilancio economico di una zona cosi’ duramente mortificata dal terremoto. E’ adesso urgente favorire un chiarimento tra le parti in causa – governo italiano, governo regionale e Commissione europea – per capire come sbloccare una situazione”. Gia’ lo scorso anno la Commissione europea fu chiamata in causa da Pittella attraverso una interrogazione parlamentare, per avere chiarimenti su come venivano utilizzate e allocate le risorse destinate al territorio abruzzese dal fondo di solidarieta’ europeo.
(Ndr) – Se i tempi dell’Europa sono questi (due anni di attesa per apprendere che deve esserci un… nuovo incontro), siamo desolati e anche costretti a rivalutare la burocrazia italiana: due anni sono un periodo sterminato per una popolazione terremotata. Bastano per morire, per fallire, per perdere ogni fiducia, ogni volontà di rinascere. Bastano anche per andarsene, ed è quello che molti stanno facendo. Registrando notizie del genere, viene voglia di essere altrove, magari nella lontana Nuova Zelanda, perchè è il posto più lontano in cui uno possa recarsi. L’Aquila e i suoi centri limitrofi muoiono due volte: la prima per il terremoto, la seconda perchè c’è chi vuole che muoiano.
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