Bonanni, un rugbista e un poeta


L’Aquila – OFFRIAMO UNA POESIA DELL’ARTISTA IRLANDESE AI NOSTRI LETTORI - (Immagini: il poeta sul manifesto del premio e sotto il mare d’Irlanda) – Un rugbista (non praticante, ma sicuramente sostenitore convinto della palla ovale) e un poeta. Il premio Bonanni-Carispaq, consegnato ieri sera nel ridotto del Comunale al giornalista Olivero Beha, presente il poeta irlandese Deane ospite d’onore, ha riconsegnato a L’Aquila un suo momento culturale di rilievo. Una serata dimessa, senza la sontuosità dorata del teatro comunale ferito e ammutolito dal terremoto a pochi metri di distanza, ma nel suo ridotto, spazio riconquistato nel cuore della città. Che ogni tanto ha soprassalti di vita, e poi torna nel buio e nel silenzio del suo lutto. Pura coincidenza, ma emblematica come spesso sono le coincidenze, lo stesso giorno, ieri, un’udienza drammatica del processo alla Commissione grandi rischi e il premio in memoria della scrittrice aquilana Laudomia Bonanni. La cultura va avanti a stento, ma con indomabile tenacia, anche in memoria delle 309 vittime del sisma.
Il poeta Deane è un innamorato del rugby, niente di strano per un irlandese che scende fin quaggiù dalla terra che del rugby fa una delle sue sicure e orgogliose glorie. Gli hanno regalato la maglietta n.99 dell’Aquila rugby, la città avamposto dello sport più britannico che ci sia in un sud Europa che preferisce il calcio. Una bella idea, un dono gentile perchè indirizzato al cuore dell’uomo, non al grande poeta.
Il giornalista e scrittore Olivero Beha, sorprendendo tutti, si è rivelato poeta di pregio (la giuria lo ha premiato) oltre che penna e voce graffiante, cavaliere di un giornalismo coraggioso, non servente, penetrante in nome dei diritti della gente. Più volte osteggiato, emarginato, tenuto lontano perchè uomo libero, Beha scrive versi. Chi se lo sarebbe immaginato. Il premio Bonanni dà un colpo d’ala, si orienta e si qualifica come manifestazione che esalta – sicuramente – i valori letterari e poetici, ma anche il carattere, la scelta professionale di un giornalista che – rara avis – onora la sua categoria. Niente piattume, niente veline, niente piaggerie, ma mestiere e schiena dritta. L’Italia ha bisogno di gente così, forse più della poesia, che comunque fa sempre bene al cuore in quegli spazi raccolti e minimi di tempo che ognuno, se vuole, può dedicarle.
Scegliamo da un vecchio libro questa breve, splendida poesia di Deane dedicata al mare:
Verso il mare
Giù nella cala, tra gli echeggi del mare in caduta,
un gabbiano dal piumaggio vistoso fluttua
nella morte ad ali aperte, s’alza e ricade con le onde
vacillando; i monti e le isole in lontananza
appaiono, a te straniero, come nuvole o sogni;
la terra sconcertante è ancora alle tue spalle, terra
di rovine, pecore dalla sudicia lana arruffata
e teschio ovino coi denti di fuori a sbirciare nel fango;
un delicato ripiano di roccia – anemone, gruppo di
mitili, granchio –
ama il pericolo dell’oceano, mentre il guizzo
argentato sul ventre di un pesce ti avvisa
dei tuoi sforzi inadeguati, tu, straniero,
con la coscienza che ruota intorno alle tue ossa, tra queste
svariate forme di vita, una perduta e l’altra scampata.


23 Ottobre 2011

Categoria : Cultura
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