Primarie sì, ma quelle vere
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Immagini di slogan e pubblicità politica di destra e di sinistra) – Durante il banchetto organizzato dal Pdl e dalla Giovane Italia sono state raccolte centinaia di firme per chiedere l’introduzione delle primarie anche nel centro destra in vista delle prossime elezioni comunali. “Questo è il segnale che bisogna seguire la strada indicata dal segretario Alfano poiché quello delle primarie è lo strumenti più valido per scegliere la migliore classe dirigente”. Lo ha ricordato il vice coordinatore aquilano GI, Federico Russo Spena.
Il breve comunicato arriva a ribadire un orientamento verso le primarie, che in tanti, a destra e a sinistra, sembrano convividere, in una gara a chi è più democratico. Come sempre in politica, e non ci riferiamo a GI, probabilmente le tante dichiarazioni di intenti favorevoli alle primarie celano diversi obiettivi, primo tra i quali è tentare di far fuori in partenza dei possibili candidati, o addirittura chi risulta disponibile ad accettare proposte di candidatura. Il solito gioco, in cui ciò che sembra, ciò che affiora alla luce del Sole (molto più modestamente, di comunicati e dichiarazioni fatte circolare), non è mai ciò che veramente vogliono coloro che comandano. I quali adottano spesso la tattica di mandare allo sbaraglio gli sprovveduti, e tessono trame del tutto diverse, da far valere al momento opportuno.
La politica è, spesso, come certe donne: dicendo sì intendono no, e dicendo no intendono sì, oppure forse, oppure vedremo.
Per molti centri importanti – come Avezzano – ma soprattutto per il capoluogo aquilano, le votazioni di primavera 2012 saranno importanti e significative. Se il centrodestra dovesse, ad esempio, vincere, lo troverebbe più che giusto, mentre se il centrosinistra lo intenderebbe come una catastrofe. Inoltre, negli anni a venire, chi governerà gestirà la ricostruzione, ovvero un mare di quattrini, di problemi e di guai. Ma soprattutto di quattrini. Se l’attuale assetto politico perdesse, lo si accuserebbe di essere crollato per non aver avviato la ricostruzione. Sarebbe facile gioco per gli avversari muovere un’accusa del genere, che peraltro risponderebbe alla verità . Se tornasse a vincere, vorrebbe dire che la gente accusa le autorità centrali del fallimento ricostruttivo, assolvendo le autorità locali.
Per L’Aquila, quindi, situazione difficile, carica di incognite e di oneri gravosi per chi va via e per chi arriva. Possibile anche una grande defezione elettorale: città sfiduciata, che perde abitanti e speranze, annaspa nella crisi e nella disoccupazione, affonda nel precariato che nessun politico ha la sensibilità di affrontare come problema primario da risolvere. Cecità e autolesionismo della politica.
In questo marasma generale, tutti gridano che vogliono le primarie, ma nessuno stabilisce come farle. Ripetere quelle caricature tentate anni fa, con due o tre nomi imposti dalla politica tra i quali indicare il possibile candidato, sarebbe una presa in giro. Farle davvero, le primarie, lasciando ampio spazio di scelta alla gente e offrendo quanto meno un’ampia variegata, estesa rosa di nomi – non scelti solo dalla politica – sarebbe una prova di democrazia. Ma quando? Il tempo passa, e i giuramenti di lealtà alla democrazia (“siamo per le primarie”) si sprecano. Ma la volontà forte di decidere non viene fuori. Ci vorrebbe troppo coraggio e i risultati di una scelta primaria autentica, la parola ai cittadini, potrebbe sfasciare molti progetti e molti accordi occulti di quelli che, fino ad oggi, la politica malsana e trucida di questo paese semidemocratico, ha sempre ammannito e somministrato alla gente.
La quale, in buona fede, spesso crede davvero di vivere democraticamente, accontentandosi della scheda elettorale ogni tanto, e non accorgendosi che non c’è democrazia, se non vengono prima di tutto garantiti i diritti fondamentali: libertà di pensiero e di costumi, laicità , lavoro, salute, istruzione, meriti; trasparenza di procedure, concorsi, appalti; giustizia rapida ed efficiente, riforme, politica meno costosa, e così via. Tagliamo qui, altrimenti l’elenco deborderebbe dallo spazio datoci.
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