Confindustria, politica e giovanotti
(di G.Col.) – (Foto: Emma Marcegaglia, presidente industriali) – Dal convivio dorato di Capri, luogo da imperatori e vip di ogni epoca, sempre che muniti di denaro (l’isola costa…), i giovani industriali alzano la voce e, sull’esempio della loro loquace capa Emma Marcegaglia, se la prendono con la politica. Dicono di volersene allontanare, di voler fare da soli. Ironizzando sulla “buona politica”, ossimoro audace. O è politica, o è buona… Magari ciò che dicono i giovani industriali fosse vero. Discostarsi dalla politica, vorrebbe dire essere davvero liberi, autonomi, attenti solo alle buone leggi, che sono tali solo quando producono buoni effetti. Chi produce in un paese moderno può davvero allontanarsi dalla politica? Impossibile, perchè chi produce, fabbrica, vende, guadagna, dà lavoro, svolge il ruolo del padrone, comunque agisca, lo fa in base a leggi e regole, che possono essere favorevoli, sbagliate, contrarie, stupide, intelligenti. Ma sono leggi, quindi promanano dalla politica.
Se poi i rampanti capresi intendono dire che lo Stato non fa più leggi loro favorevoli (come ha fatto per la Fiat nei decenni scorsi), e quindi mettono il broncio e girano la schiena ai palazzi del potere, fanno un complimento alla politica. Dovrebbero, quindi, essere più chiari e pretendere da stato e regione norme sagge, intelligenti, concepite prima di tutto per i cittadini e per l’interesse comune, non solo per quello degli industriali. Quindi offrire collaborazione e indicazioni. Ma, ripetiamo, utili a tutti, non solo a signorini dell’hotel Quisisana da 500 euro a notte.
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