Grandi rischi, proiettato spezzone “Draquila”
L’Aquila – VIA POGGIO S.MARIA, MUORE L’UNICO IMPUTATO DI 96 ANNI – (Foto: i pm Picuti e Roberta D’Avolio) - Via tra le polemiche, come ormai accade sempre, al processo alla commissione grandi rischi. C’è stata la proiezione, su un computer, di un piccolo spezzone del film Draquila, di Sabina Guzzanti, nella terza giornata del processo all’organo consultivo della presidenza del Consiglio, accusato di aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani prima del 6 aprile 2009, giorno del sisma con la morte di 309 persone. La decisione riguardo al film e’ stata presa dal giudice Marco Billi dopo l’ennesima rimostranza dell’avvocatura di Stato. L’avv. Massimo Giannuzzi ha chiesto di vedere il film in aula. “Questo documento – ha detto – allo stato non e’ accessibile a chiunque abbia interesse ne’ e’ possibile farne copia o visionario presso la cancelleria. Rimane il problema di una sostanziale lesione del diritto di difesa. Quantomeno chiedo di visionare in aula la parte che e’ stata ammessa, altrimenti verra’ eccepita fin d’ora la nullita’ di tutti gli atti successivi”.
Billi alla fine ha disposto la visione, facendo notare che “non risulta che non ci sia stata richiesta in cancelleria di vedere il film”. Davanti al giudice Marco Billi oggi sfileranno i testimoni dell’accusa, rappresentata dai pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio, magistrati della Procura del capoluogo. Tra gli imputati presenti oggi Bernardo De Bernardinis, ex numero due del Dipartimento della protezione civile e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio sismico di Protezione civile. Gli altri imputati sono Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e. e Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova. I capi di imputazione per tutti sono di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo.
VIA POGGIO S.MARIA – Il processo sul crollo dell’edificio in via Poggio Santa Maria in cui a seguito del sisma del 6 aprile di due anni fa sono morte 19 persone, non sara’ celebrato, almeno per la parte penale. L’unico imputato per quel crollo, Luigi Marrone di 96 anni, committente dell’opera, e’ morto nei giorni scorsi. L’anziano imprenditore di Scoppito era l’unico sospettato (solo perche’ l’unico ancora in vita) tra le persone che secondo la procura avrebbero avuto responsabilita’ nella realizzazione del palazzo. Si trattava di architetti e ingegneri che sono morti diversi anni fa. I legali difensori dell’imputato avevano sollecitato una perizia volta ad accertare la sua capacita’ a stare in giudizio. Cosa che il perito nominato dal giudice aveva ritenuto non possibile a causa di una serie di problemi di salute legati alla sua veneranda eta’. La perizia, depositata a fine settembre, avrebbe dovuto essere discussa nell’udienza fissata per il prossimo 25 novembre, data nella quale alla luce degli ultimi accadimenti, si dichiarera’ l’estinzione del reato per morte del reo. La vicenda potra’ proseguire solo in sede civile nei confronti degli eredi, qualora le parti civili lo dovessero ritenere opportuno.
Non c'è ancora nessun commento.