Giovani, allarmanti i dati del male oscuro
L’Aquila – L’IMMAGINE DI UNA COMUNITA’ CHE VIVE PRECARIAMENTE – Un tessuto sociale che si guasta, una città che rapidamente declina, accusando oscure defezioni psicologiche proprio nella componente sociale più importante, ma più debole: i ragazzi. Sono 260, nel 2011, i minori a rischio, affidati ai sevizi sociali del Comune dell’Aquila. I dati si riferiscono a settembre di quest’anno e sono stati diffusi dall’assessore alle Politiche Sociali, Stefania Pezzopane. Nel 2009 i minori assistiti erano 266, mentre nel 2010 sono stati 231; un leggero decremento rispetto all’anno precedente, ma solo perchè molte famiglie aquilane sono fuori città dopo il terremoto. Oltre all’aumento del numero dei minori assistiti, l’assessore Pezzopane ha sottolineato altri due dati significativi. Mentre prima del terremoto erano soprattutto i minori stranieri immigrati ad aver bisogno di assistenza, dopo il terremoto il servizio si rivolge soprattutto a un numero maggiore di minori aquilani. Dopo il sisma, l’aumento di abuso e di violenza nei confronti dei ragazzi risulta la causa principale dell’affidamento esterno alla famiglie. Questo perche’ – come si legge nella scheda redatta dai Servizi Sociali del Comune – “…il nucleo familiare non offre adeguate garanzie di protezione del minore, a seguito dell’alta conflittualita’ acuita ed esasperata dal sisma”. “Sono dati allarmanti, sintomo di un forte malessere – ha commentato l’assessore -. Per le politiche sociali dei minori a rischio il Comune quest’anno ha stanziato 800mila euro, 100mila in piu’ rispetto all’anno passato. Uno sforzo enorme se si pensa che sono tutte risorse nostre e che ne’ il Governo, ne’ la Regione ci danno una mano, anzi tagliano i fondi”. Le somme vengono investite per finanziare le strutture di accoglienza, nel caso in cui i minori vengono allontanati dai nuclei familiari. Nella maggior parte dei casi, invece, le risorse sono impiegate per politiche attive: servizi domiciliari, servizi di supporto psico-educativo per le famiglie e i figli minori. In alcuni casi si e’ dato un supporto economico alle famiglie in difficolta’ o si sono svolti servizi di mediazione culturale e sociale. “In altri casi- aggiunge Pezzopane- abbiamo collaborato con associazioni specifiche. Con Save the Children abbiamo messo in campo il progetto Bussola. Chiaramente stiamo collaborando anche con i centri antiviolenza e con le associazioni che si occupano di abuso per i casi di violenza su minori, che spesso riguardano anche le madri”.
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