Coro di no su “restituzione” tasse – Mantini: “Riduzione imposte – Cialente: “Moriremo”


6be07fc6adeae78c1L’Aquila – Coro di no all’ipotesi di dover restituire le tasse non pagate dai terremotati. Da una parte il sindaco, dall’altra un documento congiunto. L’Assessorato provinciale al lavoro, insieme con le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali e di categoria, e l’Ateneo aquilano, lancia un segnale di protesta verso le disposizioni di recente approvate in ordine alla restituzione di contributi e tributi sospesi in seguito all’evento del 6 aprile. “Il territorio e le categorie produttive tutte – si legge nel documento – mai come in questo momento, necessitano di quelle disposizioni utili, da una parte, a sostenere il reddito delle popolazioni terremotate e, dall’altra, ad incentivare le singole realtà lavorative, indipendentemente dal settore, a restare operative sul territorio anche e soprattutto in attesa di interventi di miglior favore.
In questa fase di piena emergenza, anche la mera dilazione della restituzione delle somme non versate a titolo di ritenuta alla fonte, consentirebbe a tanti nuclei familiari di affrontare la vita di tutti i giorni con maggiore tranquillità: di tornare a vivere in condizioni di normalità e, soprattutto, di contribuire al rilancio dell’economia locale.
Dinanzi tali disposizioni, non si può non guardare in casa d’altri e notare come in alcuni territori, anch’essi colpiti da catastrofi e calamità, lo Stato sia stato più “paziente” e comunque maggiormente “comprensivo” sia nei confronti dei singoli lavoratori, sia nei confronti dei datori di lavoro, (è di esempio il caso di quanto avvenuto per la Regione Friuli e per la Regione Umbria in cui la restituzione delle somme non versate a titolo di ritenute alla fonte si è verificata rispettivamente nella misura del 10% per la prima e del 40% dopo dodici anni per la seconda). Il commercio, l’artigianato e le piccole e medie imprese, unitamente alle ben note crisi industriali che da qualche anno caratterizzano il territorio e non solo, devono in questo contesto ricevere strumenti di sostegno maggiormente duraturi e comunque tali da consentire, all’indomani del sisma, un auspicio di stabilità, se non presente, quantomeno futuro.
Occorre guardare oltre, elaborare strategie, ipotizzare interventi incisivi ma, nel contempo, occorre gestire una quotidianità lavorativa e produttiva fatta di tante e più o meno piccole criticità, legate al sisma. La ricostruzione, l’importanza della venuta dei Grandi della Terra, i cantieri aperti per il Progetto Case, tutte lodevoli iniziative, da sole non bastano e comunque non producono, nell’immediatezza, un riscontro positivo “nelle tasche” di quanti (lavoratori e Imprese) vivono il territorio ininterrottamente dal 6 aprile 2009 ed in quello stesso territorio hanno scelto di continuare a vivere anche per il futuro. Modificare il provvedimento è dare ascolto al territorio”.

ON.MANTINI – Rende noto il parlamentare UDC on. Mantini: “Dopo l’indiscutibile successo del G8 a L’Aquila è tempo di fatti nuovi e concreti per la ricostruzione.
Ho proposto un emendamento al disegno di legge anticrisi all’esame della Camera per una riduzione del 50% delle imposte 2008 e una rateizzazione a partire dal 2012, per dare respiro fiscale ai cittadini del terremoto. Mi auguro davvero che l’emendamento sia approvato con un generale consenso, tenendo conto delle esperienze dei terremoti precedenti. Ma occorrono anche più mezzi e risorse per gli enti locali che devono costituire attrezzate e qualificate strutture per le procedure edilizie, per gli uffici gara, per una seria società mista di progettazione e sviluppo. Sono preoccupato dalla debolezza degli enti locali e da un inutile eccesso di polemica politica”.

CIALENTE – Il sindaco dell’Aquila, dopo il consiglio comunale di oggi, ha parlato di città malata grave, come e più che nei primi giorni dopo il terremoto. Particolare attenzione ha riservato Massimo Cialente al problema delle tasse che il Governo intenderebbe richiedere ai terremotati nei prossimi mesi, dopo averle per il momento sospese. “Non voglio polemizzare con nessuno – ha detto Cialente – ma è certo che dovendo pagare le tasse, la maggior parte dei contribuenti aquilani fallirà. Chi deve pagarle? I “porchettari”? Non ci sono infatti altre attività tornate in vita: qui tutto è fermo, come e peggio di prima”.


13 Luglio 2009

Categoria : Cronaca
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