Riflessioni – Ragioni oscurate
(di Carlo Di Stanislao) – Sono ancora più indignati i “draghi ribelli” che hanno visto, sabato scorso, la loro protesta trasformarsi in una vera è propria guerra contro lo Stato, a causa di alcune migliaia di “black bloc”, sfuggiti ad ogni controllo ed inutilmente inseguiti attraverso una Roma messa a ferra e fuoco. Ha un bel dire Nichi Vendola su l’Unità che “questi black bloc hanno mandato un salvagente a una classe dirigente avvitata nel suo degrado” ed aggiungere di aver visto, a Roma “un’esibizione muscolare di spranghe e violenza, che nella gestualità, nei rituali, persino nell’abbigliamento, rimanda ad un’ idea fascista di violenza come igiene del mondo”. Di fatto dopo questi fatti, non si è più parlato più dei motivi che hanno spinto decine di migliaia di persone in piazza: il debito che riguarda le banche e che pagano i singoli, la mancanza di lavoro e l’assenza di speranza per i giovani, ma solo dei danni provocati, che ammonterebbero a milioni di euro e raggruppano deprecabili distruzioni di case private, auto ed episodi di insensata iconoclastia. I black bloc non solo si sono fatti scudo di coloro che volevano protestare fermamente ma pacificamente, ma ne hanno anche opacato le ragioni, per cui adesso, in tv e sulla stampa, nessuno sembra rammentarsi di quelle sacrosante motivazioni. “Se i pm avessero intercettato i black-bloc così come hanno fatto con me, Roma non sarebbe stata devastata”, va dicendo in queste ore il premier, con una ossessione paranoidea che sarebbe ridicola se non fosse tragicamente legata al primo ministro di un Paese con vari rischi, non solo economici, alle porte. Ieri Repubblica, ha messo in prima pagina una telefonato del Cavaliere con Lavitola, che risale al 2009, dove il premier vestiva in modo perfetto i panni del “Caimano” e annunciava “una rivoluzione vera”, con milioni di persone “per far fuori il Palazzo di Giustizia a Milano e assediare Repubblica”. Discorsi da “fascista-piduista” secondo Di Pietro, mentre per Rosy Bindi, conferma che Berlusconi “è incapace di rappresentare degnamente l’Italia”. Ma, mi chiedo, a parte lui, chi ha davvero compreso, nonostante tutto, le ragioni di quegli “indignati” che hanno inteso manifestare per ora civilmente il loro dissenso? Il giorno dopo la grande manifestazione romana, trasformata in una giornata di guerriglia a causa di qualche centinaio di violenti, rabbia e sconforto colpiscono tutti coloro che nei motivi della protesta credevano e continuano a credere. Ancora per molti giorni leggeremo e sentiremo delle devastazioni operate a Roma da un manipolo di delinquenti che ogni volta hanno messo a ferro e fuoco le città dove si svolgevano manifestazioni importanti e pacifiche, di persone che esercitano il loro diritto di esprimere sdegno, preoccupazione, difficoltà. E, naturalmente, i motivi del disagio e della protesta resteranno oscurate ed inascoltate sullo sfondo. Viene a noi, come al presidente della Provincia di Firenze Andrea Balducci, il forte sospetto che ci sia chi ha interesse a mantenere questi delinquenti a piede libero e non sono certamente le tante persone che sabato manifestavano per reclamare un cambiamento. E disappunto e rabbia esprimano anche i tutori dell’ordine, che oggi intendono scendere loro in piazza, per protestare in prima persona contro i tagli del governo e chiedendo ai cittadini un contributo simbolico per riempire di carburante le taniche, così da permettere alle auto di funzionare. E’ la protesta più clamorosa degli ultimi tempi contro i tagli al comparto sicurezza. In piazza scenderà la stragrande maggioranza delle sigle sindacali della polizia di Stato, dal Sap al Siulp alla Ugl e alla Consap, della polizia penitenziaria (Sappe, Uilpe Fns Cisl), del Corpo forestale dello Stato (Sapaf, Fesifo, Fns Uil, Ugl) e dei Vigili del fuoco (Fns Cis, Ugl, Uil Vvff e Conapo), “perché il Governo negli ultimi tre anni non ha tenuto fede ai vari impegni presi, riducendo sul lastrico i comparti Sicurezza e Soccorso pubblico. Appena tre giorni fa l’Esecutivo ha tagliato altri 60 milioni di euro, nell’ambito del disegno di legge stabilità, alle voci di bilancio destinate all’ordine pubblico e alle missioni”. Agenti, guardie penitenziarie, vigili del fuoco e forestali porteranno in piazza dei bidoni di benzina per lanciare una provocazione: un fac simile di un’obbligazione ”per la sicurezza, la legalità e lo sviluppo di questo paese” da consegnare ai cittadini che effettueranno una donazione sul fondo assistenza del ministero dell’Interno, finalizzata all’acquisto di carburante. Chi ha assistito agli scontri di sabato ha potuto constatare un malessere crescente tra le forze di polizia impegnate su più fronti, dalla tutela dell’ordine pubblico alla rivendicazione di maggiori risorse. Due facce della stessa medaglia che sono emerse con evidenza durante i disordini, con gli agenti in difficoltà soprattutto per l’esiguo numero di unità e mezzi a disposizione. Sicchè, oggi a Roma, chi si trovasse a passare dalle parti dei palazzi del potere, assisterà ad una scena surreale: poliziotti che chiedono un obolo per poter svolgere il loro dovere. Ed il malessere della polizia comincia a preoccupare anche gli ambienti istituzionali. Prova ne è la richiesta avanzata dai sottosegretari all’Interno e alla Difesa Alfredo Mantovano e Guido Crosetto di “rivedere i tagli alla sicurezza disposti in tutto il 2011”, mentre dal Ministero della Difesa – per bocca del ministro La Russa – fanno sapere di voler destinare al comparto difesa e sicurezza 400 milioni del miliardo e 600 di incassi extra proveniente dall’asta delle frequenze”. Ma accade molto spesso che il governo, questo governo, sia sordo ad ogni richiesta. I precari del Comitato 9 aprile, gli organizzatori della manifestazione “Il nostro tempo è adesso”, hanno scritto sui loro blog che: “niente può offuscare la nostra voce che si sta alzando. Nessuna violenza, nessuno scontro può mettere in discussione le ragioni di una generazione che si vuole riprendere la sua vita, che si ribella in modo radicalmente non violento e che chiede diritti”. Ma in effetti non sta andando avanti così e quel termometro dell’opinione corrente” (o resa tale con l’insistenza del piccolo schermo) che è “Porta a Porta” lo dimostra. La pagina Facebook dei “draghi” animatori della protesta in Via Nazionale, accoglie in queste ore molti interventi. C’è chi scrive: “400 sedicenti facinorosi hanno oscurato il sole che splendeva sul Colosseo con il fumo della loro idiozia. Loro hanno la violenza, ma noi abbiamo le idee e sono pure giuste”. E protestano anche Arci, Tilt e Rete Universitaria, ma questo non cambia lo stato delle cose. Punti di vista, opinioni, resoconti, racconti in prima persona, possono indignare, ma resta il fatto che i violenti si sono potuti infiltrare ed hanno reso buon gioco a chi non intendeva dare spazio o udienza alla protesta.
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