PMI tra crisi e nuove prospettive
Pescara – “Non pretendiamo corsie privilegiate, ne’ sussidi, tanto meno auspichiamo un ritorno ai finanziamenti a fondo perduto, ma non riteniamo giusto che le piccole e medie imprese siano costrette a competere con le grandi realta’ industriali per attingere ai fondi messi a disposizione dagli enti pubblici o dall’Europa. Sarebbe come se, nel pugilato, un peso leggero venisse fatto combattere contro un peso massimo. Occorrerebbero, invece, bandi dedicati altrimenti ai piccoli imprenditori non resteranno neppure le briciole. Non ci sarebbe partita”. A parlare cosi’, oggi, di fronte ad una platea di oltre 150 titolari di piccole aziende, e’ stato l’imprenditore metalmeccanico, Tommaso Gubbiotti, presidente dell’associazione PMI Abruzzomolise, organizzazione che raggruppa circa duecento piccole medie imprese abruzzesi e molisane, nel corso di una tavola rotonda sul tema “Le PMI nella realta’ economica abruzzese: tra crisi e nuove prospettive”, che ha avuto luogo alla Camera di Commercio di Pescara. “Anche se la crisi ci ha messo in ginocchio – ha sottolineato Gubbiotti – vogliamo credere nel futuro ed essere ottimisti ma occorre innanzitutto abbandonare i vecchi pregiudizi e fare in modo che imprenditori, parti sociali e politica lavorino insieme con concretezza per imboccare una strada virtuosa e propositiva che ci faccia riemergere dal fondo. Il 2011 non e’ stato l’anno della ripresa e con ogni probabilita’ – ha proseguito – anche il 2012 sara’ un anno di sofferenza. Tuttavia, qualche certezza per ripartire c’e’. Bisognera’ cominciare da li’. Mi riferisco, in particolare, agli oltre 600 milioni di fondi FAS che sono stati recentemente assegnati all’Abruzzo. Ma e’ importante che vengano ripartiti secondo logiche strategiche e quindi nel miglior modo possibile”. Gubbiotti ha poi messo l’accesso sull’”altalena delle commesse che da tempo non fa dormire sonni tranquilli ai piccoli e medi imprenditori e sui conseguenti sacrifici economici che sono costretti a sostenere quotidianamente per trattenere alle loro dipendenze personale qualificato anche quando il mercato non va nella direzione auspicata e consiglierebbe di procedere a licenziamenti”. Altri punti dolenti, secondo Gubbiotti, sono “le enormi difficolta’ legate all’accesso al credito e la mediamente bassa qualita’ delle scuole professionali che finisce per determinare mancanza di competenza e di preparazione nei giovani”.
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