Perrotti:”Ospedale,e se si dovesse fuggire?” – Se un piano c’è, ieri non se n’è accorto nessuno
L’Aquila – L’ospedale S.Salvatore può essere evacuato rapidamente e con efficienza in caso di sismi rilevanti? La ASL dice di sì, ricoverati, medici e personale sono meno ottimismi. Ciò che è accaduto ieri ne è la prova. Il consigliere comunale Adriano Perrotti ha posto ieri sera un problema sicuramente di rilevante interesse, secondo lui, messo in luce dalla nuova sensibile scossa sismica di ieri mattina (magnitudine locale 4), e dall’altra, di 3,6 ml, verificatasi 20 minuti circa dopo mezzanotte. Se fosse necessario, chiede Perrotti, potrebbe essere attuato un piano di evacuazione rapida del San Salvatore? L’ospedale, al momento, è in parte ritornato in strutture murarie messe in sicurezza (lo garantisce la ASL), e in parte sta trovando sistemazione (provvisoria? chi sa per quanto tempo…) in strutture metalliche, in tendoni e nei locali del nosocomio da campo montato per il G8 e lasciato definitivamente a L’Aquila: uno dei tornaconti non secondari del summit mondiale appena conclusosi.
Perrotti ha dubbi sul piano di evacuazione, anzi pensa che non ce ne sia uno. Ieri, nei momenti di paura e di confusione dopo la forte scossa 4 ml, a Perrotti è sembrato che si precipitasse nel disordine: nessuno sapeva cosa fare e come, afferma Perrotti, specie per i malati più gravi che vivono collegati a macchine.
I medici hanno fatto il possibile, con i loro collaboratori, per controllare la situazione, con dedizione e coraggio. Ma domandare ai reponsabili della protezione civile e della sicurezza “era inutile, sostiene il consigliere, tentare di sapere cosa fare altrettanto, per le persone che non hanno mobilità e indipendenza di movimenti”. Insomma, se un piano c’è, non sembra a Perrotti che sia visibile o peggio che sia operativo sul piano pratico. Una cosa è la teoria, con le sue carte, indicazioni, movimenti e spostamenti prestabiliti; un’altra è la verifica sul piano reale, cioè quando davvero c’è l’emergenza. Rispettando il rilievo di Perrotti, che senza dubbio ha i suoi motivi per aver sollevato il problema, ci auguriamo che la ASL fornisca spiegazioni e risposte. Siamo qui pronti ad ospitarle, ammesso che l’ufficio stampa ce le faccia pervenire. Il manager Roberto Marzetti ha spiegato intanto oggi alla collega Daniela Senepa della Rai che il piano era antincendio e fu adeguato, ricordando che “il 6 aprile l’evacuazione avvenne”. Pacatamente, non vediamo come sarebbe potuto accadere il contrario… Se un grande ospedale non è preparato ad un’evacuazione in una zona sismica, è meglio che chiuda prima delle scosse…
Purtroppo, oggi la situazione è diversa, sempre drammatica, e lo confermano tutti: medici, personale, degenti e parenti dei degenti. Con loro abbiamo parlato questa mattina: dire che sono alterati ed esasperati è dire poco. Più volte è stata richiesta la presenza di uomini in divisa, di tecnici, di specialisti che possano dare una mano in caso di scosse. Che poi puntualmente sono arrivate. Ciò che era stato chiesto, ed è indispensabile anche sul piano psicologico e operativo, non è arrivato.
(Nella foto: Il consigliere Adriano Perrotti e uno scorcio del nuovo ospedale da campo lasciato dal G8)
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