Comune, tutti in agguato
L’Aquila – MA LA POLITICA PUZZA FORTE DI STANTIO – (di Gianfranco Colacito) – La verità che nessuno dice è che per il Comune dell’Aquila, voto a primavera 2012, sono tutti in agguato, meno chi quello che ha in mente, lo ha già detto, come il candidato sindaco Vincenzo Vittorini, LCV, L’Aquila Che Vogliamo. Un pulito non politico, che scompagina la politica. Nei sondaggi pare che siano in tanti a dargli attenzione. Nel cosiddetto totosindaco (indagine casareccia, ma forse indicativa) Vittorini ha un forte numero di consensi.
E gli altri, i professionisti del santino, del consenso, delle campagne elettorali? Tacciono, e fanno circolare abilmente (ma mica tanto) indiscrezioni di comodo, con il solito trito scopo di bruciare nomi: brucia oggi, brucia domani, ma chi ci crede più? Il fatto è che nel 2011, dopo quel che è successo, si scelgono metodi antidiluviani, e la politica è stantìa, sa di rancido come il prosciutto troppo “tenuto”. La gente ha sofferto, si è “scafata”, soprattutto assiste a spettacoli da basso impero che si accavallano a livello nazionale, e a livello locale nemmeno scherzano.
Qui tutto è come venti o trent’anni fa. Candidati che si scelgono nelle “fumose segreterie di partito” (ma oggi vi si fuma ancora? soprattutto, esistono ancora?), soffiate buone per i giornali che debbono riempire spazi per il “pezzo di colore” reclamato dal capo a tutti i costi (“Servono 50 righe, vai e scrivi”). Politici e politicanti rionali che telefonano al cronista giurandogli di volergli fare un piacere: “Senti un po’, la vuoi una notizia solo per te?”. E giù il nome del candidato che qualcuno ha deciso di crivellare di colpi. Qualche cronista ci casca ancora, o fa finta. In fondo, importante è che ti leggano…
Dalle interviste (spesso autenticamente patetiche tanto sono vacue e prive di contenuti), dalle dichiarazioni e dalle indiscrezioni, promana il nulla assoluto. Nessuna area politica ha le idee chiare. Vada avanti, dicono i capi, questo chiacchiericcio confusionario, poi si deciderà dove si deve decidere. Primarie? Ma sì, se le vogliono, facciamole pure, tanto per quel che valgono.
Setaccia, setaccia, rimane che solo Vittorini è davvero candidato. Davide, finora, ha azzeccato un’altra volta, piazzando un bel colpo in fronte a Golia. Prima delle elezioni, ogni giorno che passa senza una decisione, ne vale dieci. E qui si giocherella, adesso utilizzando anche lo spauracchio delle tasse in arrivo. Vedrete che alla fine un salvatore della patria ci farà anche quest’altra elemosina. Una proroga non si nega.
Ma c’è una minacciosa novità : ci sarà un governo per decidere qualcosa? Al momento, nessuno ci scommeterebbe una rupìa usata, o due centesimi di euro di quelli scuri, ossidati.
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