Terremotati, ma quale censimento?
L’Aquila – Scrive Luciano Pellegrini: “Il15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni iniziata il 9 ottobre fornirà i dati all’ ISTAT per conoscere quanti italiani siamo, in quale realtà viviamo,gli interessi, ed altro. Il censimento è stato sempre difficoltoso, in condizioni normali, figuriamoci all’Aquila.
Quanti sono i residenti?
Gli sfollati alloggiano nei MAP, nei progetti CASE, in autonoma sistemazione, negli alberghi.
Il postino deve consegnare la busta con il questionario, ma al numero civico chi ci abita?
Per conoscere la verità di questa mia ipotesi mi sono recato ad intervistare persone alloggiate fuori la città.
La conferma mi ha dato ragione.
E’ impossibile censire una popolazione terremotata.
Come scrive Paolo Viana sull’Avvenire,”l’Istat ha introdotto il concetto – paradossale in una rilevazione censuaria – di “temporaneità” della dimora e questa non è l’unica deroga accordata a chi, non avendo più la propria casa, è chiamato a decidere quale alloggio dichiarare e a descriverlo”.
A Pozza di Preturo mi sono recato a visitare un MAP.
Ogni fabbricato ospita quattro famiglie. Due al piano inferiore e due a quello superiore.
Lo spazio è di trenta metri quadri. Queste persone abitavano in città, nel centro storico. Vivevano normalmente insieme alla gente, ai figli, frequentando i negozi, la chiesa, gli amici, figli.
Dal Giorno del terremoto si ritrovano in un posto isolato dove per acquistare i generi alimentari devono recarsi in paese, Preturo.
Non c’è aggregazione, c’è solo sofferenza. Si vive da diseredati, soli, aspettando la sera e poi il mattino. Non hanno più interesse e non hanno ricevuto la busta con il questionario per il censimento.
Altro colloquio nelle palazzine del Progetto C.A.S.E. dove a prima vista la situazione può mostrarsi più vivibile.
Sono case vere, sicure, con tanto verde, parco giochi.
Ma analogamente si è soli.
Ho incontrato un ex giocatore , Antonio Ciminà.
Viveva in via Amiternum 22. Il palazzo è distrutto, lui ha scelto l’autonoma
sistemazione.
All’Aquila gli affitti sono altissimi ed è costretto a vivere fuori città.
Anche lui risulta essere residente nella abitazione pre sisma.
Il dirigente dell’ufficio anagrafe Gianfranco Ciccozzi con la sua calma serafica sta organizzando il lavoro. Non è preoccupato, conosce la legge, le direttive, è anche convinto che non tutti risponderanno. Ci penseranno i rilevatori.
Dal 21 novembre 2011 al 29 febbraio 2012 i Comuni metteranno in campo i rilevatori, incaricati di recuperare i questionari non ancora restituiti e rilevare le famiglie non presenti nelle liste anagrafiche. Dovranno rilevare anche: le convivenze (ospedali, alberghi, conventi, ecc.), le abitazioni non occupate e gli edifici. I
Ma le persone che non hanno isposto,dove sono?
Il tutto con un compenso di cinque euro promessi dall’Istat per ogni modulo consegnato .
L’assessore all’anagrafe, l’avvocato Pierluigi Pezzopane (Idv) e i componenti dell’amministrazione comunale della città temono che il numero dei residenti possa essere molto inferiore a quello che pensano.
Questo risultato potrebbe mettere in discussione il ruolo del capoluogo di regione.
Solo la ricostruzione potrebbe dare fiducia al rientro degli sfollati, ma io temo che per questo, obiettivamente, bisogna essere realisti. E’ ancora tutto fermo!
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