“Una giornata con gli italiani di Filadelfia”


Filadelfia (USA) – (di Goffredo Palmerini) – PROCLAMATION CEREMONY CON IL SINDACO NUTTER – (Foto: scorcio della città, Pasquale Nestico e il sindaco Michael Nutter) – Era un formicaio Pennsylvania Station, il 7 ottobre scorso. Un venerdi mattina di tran tran, nella Grande Mela, come sempre. Viaggiatori in arrivo dall’hinterland, solerti e premurosi di guadagnare le uscite. Altri, come noi, in ordinata attesa dell’indicazione, sul grande tabellone orario, del binario di partenza del treno. Mario Fratti ed io siamo in attesa anche noi del treno con destinazione Harrisburg, capitale della Pennsylvania, anche se scendiamo prima, a Filadelfia (Philadelphia). Finalmente il tabellone a schede scrive truck 12. Si forma una fila ordinata per l’accesso, similmente ad un gate d’aeroporto. Il treno dell’Amtrak proveniente da Boston riempie quasi tutti i suoi posti. Brilla l’acciaio delle carrozze, strisciate di rosso e blu. Pulizia e decoro all’interno. Si parte in orario, sono le 9 e mezza. Il treno in sotterraneo va man mano guadagnando la luce, all’aperto. L’ineguagliabile profilo di Manhattan s’allontana, i binari corrono lungo una teoria di specchi d’acqua. Poi il treno s’infila tra gli alberi che, in questa stagione, ostentano uno straordinario ventaglio di colori dal verde al giallo, dall’ocra al porpora, dal rosso al ruggine. Tutte le cromie dell’autunno,sebbene in questi giorni resistano scampoli di tepore d’una estate indisponibile a cedere il passo. E’ bella la natura in questa parte d’America che affaccia all’East Coast, a cavallo tra la Grande Mela, New Jersey e Pennsylvania. Si supera Trenton, piccola citta’, capitale del New Jersey. Ancora mezz’ora e saremo a Filadelfia. Un’ora e un quarto per 155 chilometri che separano la metropoli dalla citta’ americana piu’ ricca di storia.

Filadelfia e’ la quinta citta’ piu’ popolosa degli States, la piu’ importante dello stato della Pennsylvania. Conta oltre un milione e mezzo d’abitanti e la sua area metropolitana supera abbondantemente i 5 milioni di residenti. E’ una delle piu’ antiche citta’ degli States. Nel 1681 re Carlo II d’Inghilterra concesse al quacchero William Penn una vasta area adiacente al Delaware River, sulla quale un anno dopo, con un buon piano urbanistico, egli fondo’ Filadelfia – il cui nome dal greco significa “citta’ dell’amore fraterno” – con l’intenzione di sperimentarvi i principi di liberta’, secondo un giusto equilibrio tra tolleranza religiosa e politica liberale. Peraltro, Penn si dimostro’ subito assai aperto anche con le popolazioni indigene dei nativi, acquistando il terreno piuttosto che occuparlo d’imperio, secondo le violente abitudini dei colonizzatori. Per due secoli Filadelfia fu la citta’ piu’ grande degli Stati Uniti, teatro degli eventi storici piu’ significativi della Rivoluzione americana e dell’Unione, essendovi stata proclamata il 4 luglio 1776 la dichiarazione d’Indipendenza e nel 1787 votata dall’Assemblea la prima Costituzione americana. La bella palazzina con l’Indipendence Hall, tra i primi monumenti storici americani, e’ meta obbligata per chi voglia ripercorrere la storia degli Stati Uniti d’America. La citta’ sorge sulla riva occidentale del fiume Deleware che, con l’affluente Skuylkill River, la delimita nel suo centro storico. Essendo il Delaware River navigabile anche da navi di grossa stazza, Filadelfia è sempre stata un porto importante che ne ha connotato lo sviluppo industriale e l’economia.

L’area, dunque, e’ stata un forte polo d’immigrazione sopra tutto dall’Europa, nell’ordine da irlandesi, italiani, tedeschi e polacchi. Successivamente anche ispanici ed asiatici. Numerosa e significativa e’ quindi la comunita’ italiana, organizzata in molte associazioni regionali. Si stimano in 150 mila gli italiani delle varie generazioni dell’emigrazione residenti nell’area di Filadelfia, che vanno quasi a raddoppiarsi nell’intero territorio della Pennsylvania, con altre presenze di rilievo nell’area di Pittsburgh. Cospicua e’ la comunita’ abruzzese, organizzata in tre Associazioni, presiedute da Nicholas Rapagnani, Claudio Cifoni e Josephine (Jody) Della Barba – e in una Federazione, diretta da Vincenzo Centofanti, che e’ anche un componente del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). Non a caso la citta’ di Filadelfia ha un rapporto di gemellaggio con l’Abruzzo, per il rilievo che nella citta’ ha assunto la comunita’ abruzzese, stimata e ben integrata. E’ con Jody Della Barba che qualche giorno fa ho stabilito il contatto, per visitare e conoscere la nostra comunita’ di Filadelfia. E’ stata felice d’invitarmi in una giornata particolare, ma sopra tutto onorata di ricevere una delle personalita’ piu’ insigni della cultura italiana in America, il drammaturgo aquilano Mario Fratti, conosciuto da tutti per il grande successo che ha accompagnato una delle sue opere teatrali, il famoso musical Nine che, per oltre vent’anni, ha spopolato nei teatri di Broadway e in quelli di mezzo mondo.

Giornata particolare, si diceva, per la comunita’ italiana. Il 7 ottobre, infatti, a mezzogiorno in Municipio si tiene la “Proclamation Ceremony” che apre le manifestazioni del Columbus Day a Filadelfia. Arriviamo con mezz’ora d’anticipo davanti alla City Hall, un possente palazzo in pietra dalle imponenti architetture, sormontato da una robusta torre. Ovunque, nei quattro lati, vessilli a stelle e strisce. La giornata e’ luminosa e assolata. La citta’ e’ bella, a dimensione umana, i grattacieli del downtown si sposano bene con le curate architetture dei palazzi d’epoca. Il centro storico della citta’ e’ incantevole, trapunto di larghi viali alberati e giardini ordinati, con molti teatri, tra i quali orgogliosamente spicca il primo d’America, nato nel 1809. Famosa la tradizione musicale, che trova la massima espressione nell’Orchestra Filarmonica che il nostro Riccardo Muti ha diretto per dodici anni, fino al 1992. Saliamo al quarto piano, un addetto ci accompagna nell’aula del Consiglio comunale, un’ampia sala con un alto soffitto a cassettone dipinto, dal quale pendono vistosi lampadari. Siamo i primi ad entrare. Dopo alcuni minuti ci viene incontro Jody a salutarci con calore. Man mano ci presenta gli esponenti della comunita’ abruzzese: Claudio Cifoni, Anna Mattei, Bernadette Di Pasquale. Poi gli altri esponenti della comunita’ italiana. Fa quindi la nostra presentazione ad Anna Cibotti Verna, in tre secoli di storia municipale la prima donna Presidente del Consiglio comunale di Filadelfia, origini abruzzesi, democratica. Ha un moto di commozione quando conosce la nostra provenienza dall’Aquila.

Ha inizio la cerimonia di proclamazione del Columbus Day, con l’introduzione di John Di Giorgio, gli inni nazionali americano e italiano, l’invocazione di Padre James Rodia. Quindi gli indirizzi di saluto di Pete Ciarrocchi, del Comitato organizzatore delle manifestazioni, della Presidente del City Council, Anna Verna, che cita la nostra presenza in sala, quindi del Sindaco, Michael Nutter, democratico, di colore, molto amato e percio’ destinato ad una quasi certa rielezione, nel prossimo novembre, che dopo il suo saluto proclama aperto il Columbus Day 2011. Seguono le annotazioni del Console Generale d’Italia, Luigi Scotto, e la brillante allocuzione conclusiva di Annette Rizzo, origini italiane, giudice presso la Corte del primo distretto di Pennsylvania, che nel suo intervento ha sottolineato il ruolo rilevante della comunita’ e della cultura italiana in America. Il brindisi d’onore ci consente di conoscere e fare i complimenti alla giudice Rizzo per il magnifico discorso e di intrattenerci con gli esponenti della comunita’ italiana, che ci segnalano tra l’altro la straordinaria opera di Frank Rizzo, sindaco dal 1972 al 1980, di origini calabresi, del quale si ricordano ancora le qualita’ umane e politiche. Ci invitano a tornare a Filadelfia per parlare dell’Aquila e dell’Abruzzo, impegnando il prof. Fratti a tenere, appena possibile dai suoi molteplici impegni, una conferenza sul teatro italiano.

Nel pomeriggio abbiamo un incontro concordato grazie alla disponibilita’ ed all’estrema cortesia d’un italiano davvero speciale. Conosciuto de relato attraverso Mina Cappussi, direttore del magazine “Un mondo d’italiani”, che ne aveva parlato in un suo articolo a proposito d’un recente convegno sulla “fuga dei cervelli”, tenutosi in Molise, avevo curiosita’ di conoscere direttamente Pasquale Nestico, una delle personalita’ di spicco della comunita’ italiana negli Stati Uniti, membro del CGIE presso il Ministero degli Esteri, cardiologo di fama internazionale, fondatore e presidente di Filitalia, associazione culturale di Filadelfia con sedi in cinque Paesi. Nonostante gli impegni accademici, professionali ed istituzionali – per l’imminente partenza per l’Italia per i lavori del CGIE in programma a Roma dal 10 al 12 ottobre – il prof. Nestico ci ha messo a disposizione l’intero pomeriggio per incontrarci. Andiamo da lui alle quattro in punto, in una bella palazzina di tre piani sulla Oregon Avenue. E’ una struttura medica all’avanguardia, creata dal prof. Nestico che la dirige con uno staff di valenti collaboratori, dove operano a turno un’ottantina di specialisti. Ci accoglie nel suo studio, con calorosa cordialita’. Il clima diventa subito familiare, senza formalita’. Richiama con orgoglio le sue umili origini, in un paesino della Calabria. Molto interessato all’attivita’ letteraria di Mario Fratti, gli chiede del suo arrivo in America e della sua prestigiosa attivita’ di scrittore. Il tratto e la bonomia di Nestico sono proprie della cultura contadina, che ha somiglianza in ogni latitudine e non fa differenza tra Calabria e Abruzzo, se non nell’inflessione. Voglio saperne di piu’ di questo personaggio, un altro esempio significativo di quell’altra Italia che onora all’estero il nostro Paese. Il prestigio conquistato connota un’ennesima storia di rilievo, un italiano self made man in terra straniera. Dopo essersi informato su come ora vanno le cose all’Aquila, citta’ che per la sua bellezza ha visitatao piu’ volte, parliamo a lungo della sua avventura. Gli chiedo di tutto, annoto con puntiglio ogni dettaglio, mentre scopro che le mie domande non l’infastidiscono. D’altronde il prof. Nestico si dimostra molto informato della mia attivita’ di documentazione sull’emigrazione italiana. Ha navigato sul web. La sua e’ davvero una storia straordinaria che vale la pena di raccontare, per intero.

Pasquale Nestico nasce il 6 maggio 1945 a Isca sullo Ionio, in provincia di Catanzaro. Il padre e’ un bravo muratore, di quella vaglia d’artigiani che una volta si chiamavano “mastri”, in senso di maestri del mestiere. E infatti Aurelio Nestico, nel suo paese natale, lega il suo nome alla costruzione degli edifici di riguardo, quali possono essere a Isca la scuola e la caserma dei Carabinieri. Anche Pasquale, a 13 anni, lavora con il padre nell’edilizia, dal ’58 al ’62. In quegli anni il lavoro non ha eta’, specie nel sud, per aiutare la famiglia ad andare avanti. Eppure il giovane Pasquale, tra calce e cazzuola, pensa anche agli studi, studia musica e suona il clarinetto, di notte legge libri. Studi medi all’Avviamento commerciale, poi l’Istituto Tecnico Industriale, intanto che papa’ Aurelio, con la famiglia, emigra in America dove gia’ la figlia Elvira vive, sposata ad un italo-americano. Pasquale resta da solo, in Italia, finquando consegue il diploma di Perito elettrotecnico, con la migliore votazione di tutta la scuola. Era il 1967. Avrebbe voluto continuare gli studi in Italia, ma tutta la famiglia (papa’, mamma e le due sorelle) sta a Filadelfia. Arriva quindi in Pennsylvania anche il giovane Pasquale, digiuno della lingua inglese. Dopo il lavoro, in un laboratorio di motori elettrici, studia la lingua. Studio e lavoro diventano una costante della vita di Nestico. La multinazionale Westinghouse l’assume come disegnatore. Nel 1969 Pasquale s’iscrive alla Facolta’ d’ingegneria della Villanova University. Di giorno si lavora, la sera e spesso la notte si passano sui libri. Una volonta’ di ferro, unita ad un talento innato, sebbene in condizioni cosi’ dure, danno presto risultati eccezionali, come il conseguimento in soli tre anni e mezzo della laurea in Ingegneria elettrotecnica, nel 1972.

Ancora studi in due corsi di business, quindi l’iscrizione alla Facolta’ di Medicina nella Temple University di Filadelfia, nel 1976, conquistando uno dei 180 posti disponibili su 5000 concorrenti, dopo aver praticato un lungo volontariato ospedaliero. Quello e’ anche l’anno del matrimonio con Anna Miriello, da cui nasceranno Aurelio, Concetta e Saverio. La seconda laurea, in Medicina, arriva nel 1980, con il massimo dei voti, da albo d’oro dell’ateneo. Si iscrive quindi alla Hahnemann University, dove in tre anni si specializza in Medicina Interna, vincendo i due premi a disposizione, il primo quale migliore residente, il secondo quale miglior ricercatore per lavori di ricerca in Cardiologia durante il corso di specializzazione. Dall’83 all’85 Nestico consegue presso la stessa universita’ la specializzazione in Cardiologia, mentre le sue tesi e i risultati delle sue ricerche vengono pubblicati sulle piu’ importanti riviste mediche. Insomma, questi sono gli anni che rivelano Pasquale Nestico come personalita’ d’alto profilo nel mondo scientifico americano, del quale sono noti il rigore e la severita’ delle valutazioni. Non ancora quarantenne, per la mole e la qualita’ delle sue ricerche, il dr. Nestico puo’ fregiarsi del titolo di Professore Clinico in medicina interna e cardiologia. Nel 1990 e’ Professore Associato, nel 1996 arriva la promozione alla massima carica di docenza, traguardo per il quale occorrono decenni ma che Pasquale Nestico raggiunge grazie agli esiti delle sue ricerche, delle pubblicazioni scientifiche, alla partecipazione a congressi, all’eccellenza dei rapporti in campo professionale e con i pazienti, alla qualita’ dell’insegnamento praticato al St. Agnes Medical Center e all’Hahnemann University, dove per tre anni consecutivi e’ stato eletto “miglior professore dell’anno” su 500 docenti. Pasquale Nestico vanta un centinaio di pubblicazioni e trattati di medicina interna, cardiologia e sistema cardiovascolare.

Ma l’impegno del prof. Nestico non si esaurisce nella sua pur brillante professione medica e accademica. Notevole e’ l’attivita’ sociale e culturale nell’ambito della comunita’ italo-americana, nella solidarieta’ e nel volontariato. Numerose le iniziative, lungo sarebbe citarle in dettaglio. Si annota per brevita’ solo la fondazione, nel 1987, dell’associazione non-profit Filitalia, per la promozione e lo sviluppo della cultura italiana, diventata internazionale nel 2007. Oggi Filitalia International conta 11 Chapters (Capitoli) negli Usa, due in Canada (Toronto e Montreal), uno in Germania (Kaiserslautern), uno in Svizzera (Lugano) e 7 in Italia (Roma, Milano, Como, Imperia, Cosenza, Catania e Campobasso), con altre sedi in corso di costituzione. Di Filitalia International il dr. Nestico, oltre che fondatore, e’ stato presidente per complessivi vent’anni. Con il motto “Umilta’, Onesta’, Giustizia”, l’associazione si dedica alla missione di promuovere “Lingua, Cultura italiana e Servizi agli altri”, esprimendo cosi’ attaccamento ed affetto verso l’Italia, esaltando radici e tradizione della nostra terra.

Eletto nel 1997 nel Comites del distretto di Filadelfia, che ha giurisdizione su sette stati, Pasquale Nestico ne diviene il Presidente, partecipando nel dicembre del 2000 a Roma alla prima Conferenza degli Italiani nel mondo. Nel 2004 viene eletto nel CGIE (primo degli eletti in Usa), dove presiede l’VIII Commissione (Tutela della Salute). Ha il grado di Tenente Colonnello medico dell’Army Reserve degli Usa e nel 2005 ha prestato servizio per tre mesi in Germania, nell’ospedale militare di Londistul, curando i soldati feriti provenienti dall’Iraq e dall’Afghanistan. Numerosi e prestigiosi i riconoscimenti e premi che a vario titolo gli sono stati tributati, in campo professionale e sociale. Sarebbe lungo citarli tutti, in dettaglio. Si citano qui solo il Lifetime Achievement Award, conferitogli nel 2010 dall’OSIA, e nello stesso anno del titolo di “Uomo dell’Anno” dalla Justinian Society del Delaware. Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarieta’ (2004), mentre il Presidente Giorgio Napolitano gli ha conferito il titolo di Commendatore (2007) e Grande Ufficiale (2009).

Il culto dellafamiglia e il rispetto verso gli anziani segnalano il profilo morale di Pasquale Nestico. Sono impegni assidui la visita alla mamma Concetta, 92 anni, e al papa’ Aurelio, 97 anni, con il quale coltiva un intenso dialogo. Dal lungo colloquio con il prof. Nestico – ha voluto insistentemente che lo chiamassi semplicemente Pasquale – ho sunteggiato la biografia non per farne motivo di vanto, per quanto mediato. Anzi, ad esser sincero, ho dovuto molto insistere per autorizzarne l’inserimento in un articolo di stampa, solo come narrazione d’una storia di successo, tra le tante degli italiani nel mondo, emblematica dell’impegno, della determinazione e del talento che all’Italia portano prestigio e stima in ogni continente. Il prof. Nestico, dopo la nostra conversazione, ci accompagna nella sede di Filitalia International, nel cuore della vecchia Filadelfia, in Passyunk Avenue, quartiere ricco di bei locali e ristoranti tipici. La sede si sviluppa su quattro piani, quasi 400 metri quadrati. Il piano rialzato ha uffici, una cucina e un bel salone dove si tengono le riunioni, si fanno lezioni d’italiano e all’occorrenza le conviviali. Per noi e’ riservata un’agape fraterna, con alcuni esponenti del direttivo dell’associazione. Cucina calabrese (zita con cime di broccoletti, soppressata e mozzarella, salsicce con peperoni, salmone dell’Oceano al pomodoro), preparata dalle tenaci donne dirigenti di Filitalia (Anna Di Paola, Rosetta Miriello e Anna Miriello Nestico). Al desco ci raggiungono altri dirigenti di Filitalia: Joseph Rollo, avvocato siciliano, e il medico molisano Anthony Colavita. Una bella serata di sentimento e di generose emozioni. Mario Fratti racconta storie come solo un uomo di teatro sa fare. Purtroppo arriva l’ora del rientro. Pasquale Nestico ci accompagna in stazione, lasciandoci con un forte abbraccio e la promessa di rivederci presto. Il treno per New York parte alle 21:09. On time.


11 Ottobre 2011

Categoria : Cronaca
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