Caso Tavoletta, l’UDC dice la sua
Chieti – (di Angelo Cellini, coordinatore UDC) – La vicenda della sostituzione dell’assessore Silvio Tavoletta nella Giunta Provinciale,amico al quale peraltro confermo la stima, sta passando come una bassa operazione di politica cinica e spesso incomprensibile. Non è affatto così per almeno due ottime ragioni.
La prima e più importante, che sembra dimenticata da tutti, stampa e “nobili” politici di turno, riguarda il semplice fine ultimo che muove tutto l’apparato della politica: governare le amministrazioni, ed operare le scelte più opportune, per farlo nel migliore dei modi. Le scelte effettuate dal Presidente Di Giuseppantonio vanno in questa unica direzione e sembra non interessare nessuno, evidentemente quando fa comodo, che la Provincia di Chieti abbia bisogno di essere amministrata e di esserlo in modo corale dalle forze politiche che ne sono state incaricate dagli elettori, in un momento di gravissima difficoltà finanziaria ereditata dalle disinvolte gestioni precedenti e aggravata dai tagli derivanti dalla crisi italiana e mondiale. Il Presidente Di Giuseppantonio, che sta operando bene in una situazione drammatica, ha il nostro pieno sostegno e la nostra solidarietà.
Né valgono in questo caso le sventolate motivazioni di carattere nazionale riguardanti l’alleanza UDC-FLI, come se tali circostanze fossero al di sopra del bene dei cittadini e avessero sempre la precedenza. Tutte le sue scelte, lo ribadiamo, sono state condivise dalla Direzione Provinciale, dal Gruppo Consiliare e da tutti gli organismi che egli ha voluto ascoltare.
La seconda ragione è più etico-politica, forse meno importante per il cittadino, ma sicuramente non trascurabile dal momento che nei commenti di FLI sono stati usati nei confronti dell’UDC e del Presidente termini quale “meschino”, “rappresaglia”, ecc.. Vorrei far notare come l’assessore Tavoletta è stato eletto Consigliere Provinciale nelle file del PDL e che aveva ricevuto l’incarico di assessore per indicazione del suo partito. Nel gennaio di quest’anno ha deciso di cambiare schieramento per aderire al FLI; scelta legittima ma che presuppone che per lealtà politica in tali circostanze si rimetta il proprio mandato, al Presidente direttamente. Questo però non è stato fatto, con grave imbarazzo di tutti e disappunto di molti in seno all’Amministrazione Provinciale.
Certo, il linguaggio usato da Fli in queste ore, lascia allibiti e fa riflettere: contrariamente a ciò che si potrebbe immaginare, abbiamo vinto la tentazione di rispondere “per le rime”. Prendiamo solo atto, e non potrebbe essere altrimenti, del profluvio di insulti che il vertice di Fli ha rivolto al Presidente Di Giuseppantonio, di una deriva estremista del linguaggio che si fonda anche sul ricorso a metafore che evocano fatti storici sanguinari e lasciamo ogni valutazione e conclusione ai cittadini.
Infine vorrei aggiungere che presentare al Sindaco richieste di maggiore visibilità, peraltro mai discusse all’interno dell’intergruppo consiliare con l’Udc, in concomitanza di importanti votazioni quali quella sul bilancio al Comune di Chieti, rientra questo sì nel novero dei comportamenti politici assimilabili ai termini “meschino” e “rappresaglia” usati a sproposito per la vicenda Tavoletta.
Chiarito quanto sopra, riconfermo a nome dell’UDC locale la piena disponibilità e volontà a portare avanti quanto già iniziato a livello nazionale con il FLI cercando una maggiore condivisione di scelte politiche e comportamenti e senza dover sempre fare i conti con i rapporti di continua contrapposizione che lo stesso FLI ha con il partito dal quale proviene”.
Non c'è ancora nessun commento.