Carriole per le mura inselvatichite
L’Aquila – INCURIA E ABBANDONO, MA ANCHE PRIMA DEL TERREMOTO – Hanno fatto quello che il Comune, con una sfrontatezza da terzo mondo, non ha mai realizzato: muniti di decespugliatori, roncole e carriole hanno avviato la pulizia della fascia antistante le mura urbane, partendo da viale della Stazione. Uno scenario di desolazione impensabile ovunque, meno che a L’Aquila. I carriolisti sono tornati sulla scena, vestiti come d’inverno a causa del freddo, e hanno anche affettato una torta bianca che celebra l’anniversario dei 30 mesi dal sisma. Un sarcastico anniversario, nel quale la fetta di torta, se fossero stati presenti, l’avrebbero presa in faccia tutti coloro che la città l’hanno completamente abbandonata all’incuria, ai rifiuti, alla sporcizia, alle erbacce dell’estate, alla totale assenza di qualsiasi intervento per alleviare la drammaticità dell’aspetto generale. L’Aquila infatti appare da mesi due volte distrutta: dalla natura e dall’uomo. Tutto sta tornando al mondo vegetale, e la vegetazione forte e insinuante sta anche peggiorando la precaria stabilità di molti edifici. E’ il caso delle mura medievali, malferme per il terremoto, ma anche sbriciolate dalle radici delle piante e dai cespugli invasivi. E così il primo attacco dei carriolisti è stato localizzato lungo le mura del viale della Stazione. Sul marciapiede destro risalendo il viale, quasi di fronte alla nuova corte d’appello, ci sono blocchi di muraglia rotolati a valle, che nessuno dopo due anni e mezzo ha ancora rimosso.
Lo spazio verde dell’antico rispetto delle mura, che in ogni città d’Italia è curato, tenuto a prato e fiori, a L’Aquila è sempre stato abbandonato da un’incuria e da una insensibilità estetica che sono colpa di ogni amministrazione, quella in carica inclusa. Dopo il sisma si sarebbe potuto approfittare per reperire qualche piccola somma e ripulire tutto, per restituire a ciò che resta un aspetto decente. Invece, come altrove, prevale l’abbandono, che somiglia alla resa incondizionata. Una vergogna urbana, che sfugge a chi non ha occhi per vedere. Ma forse era soltanto un piccolo impegno che non suscitava appetiti e non avrebbe consentito grandi lucri.
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