Sevel, quando l’Abruzzo cresceva


(di G.Col.) – (Foto: viale Agnelli alla Sevel da oggi) – Trent’anni fa, 1981, quando Pertini e Agnelli inaugurarono la Sevel a Piazzano di Atessa il vostro cronista c’era, inviato dall’Agenzia Italia. Un ricordo indelebile: l’Abruzzo cominciava a crescere davvero, con quello sterminato opificio, grande quanto nessuno di noi aveva mai visto. E neppure immaginato. La Fiat irrompeva in Val di Sangro, zona abruzzese – come altre – più morente e nascente. Migliaia di posti di lavoro, e ancora oggi sono 6.200, regnante quel duro, acuto manager che si chiama Sergio Marchionne. Con la Sevel nel 1981 arrivarono molte altre industrie. E arrivò un Abruzzo in cui non tutti gli insediamenti produttivi erano cattedrali nel deserto. Dopo tre decenni, dispiace che un sindacalismo quanto meno grossolano si diverta a contare i furgoni non prodotti nei giorni di sciopero. I diritti dei lavoratori, sacrosanti, non significano saccenza e arroganza.
Quel giorno lontano fu bello. Forse anche perchè avevamo tutti 30 anni di meno. C’era un Pertini spumeggiante che rispondeva ai cronisti come a nipoti birichini. C’era sul palco stampa un Enzo Biagi che sfornava battute (non tutte felici) per confermare il suo spirito dolcemente sarcastico. C’era un avvocato Agnelli con uno stivaletto speciale (cadute sciistiche), un sorriso pieno di rughe, capelli grigio argento ondulati e una pletora di colleghe croniste attorno. A tutti rispose cordiale e sostenuto l’avvocato, senza dire nulla. Circostanze. C’era un ancora giovane Ministro Gaspari e c’era uno stuolo di altri vip, chi se li ricorda tutti. C’era, soprattutto, un Abruzzo convinto di aver mollato gli ormeggi, con la prua puntata sul domani. Che è diventato oggi. Senza molte speranze, con tanti disoccupati e precari, poveri e anziani spenti, agricoltura affannata, industria incupita. La Sevel è lì, il resto si sgretola. Speriamo nei prossimi trent’anni. Chi sa, un giorno in Val di Sangro faranno tute per turismo spaziale o veicoli antigravitazionali a curvatura tipo Star Trek. Chi ci sarà, saprà. Noi sicuramente no. Però sappiamo che adesso è dura, e nessuna prua punta verso l’orizzonte. Caso mai, tenta di non colare a picco.



08 Ottobre 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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