Brachiterapia, un dono dei Canadesi


L’Aquila – (Foto: un’applicazione brachiterapica mediante materiale radioattivo) – Oggi inaugurazione dei locali per il centro Trasfusionale, del Cup-Ticket e della macchina per la brachiterapia, presso l’ospedale san Salvatore. I ringraziamenti vanno tutti alla comunità Abruzzese del Canada.
Ernesto Di Cesare – Direttore Unità operativa di Radioterapia, scrive: “Lo sviluppo di nuove tecnologie, per il trattamento del paziente oncologico, è, sempre più, al centro dell’attenzione del mondo scientifico. Circa il 50-60% di tutti i pazienti affetti da neoplasia maligna necessita di radioterapia, o esclusiva, o come parte di un trattamento multimodale (chirurgia e/o chemioterapia). Nonostante l’evidente beneficio derivante dal ricorso alla radioterapia, restano delle sfide aperte da affrontare per permettere l’accesso al trattamento. La prima difficoltà è, senza dubbio, un’adeguata diffusione geografica di reparti di radioterapia dotati di tutte le tecnologie all’avanguardia. Infatti, solo un più facile accesso a queste risorse permetterà di ottenere un più alto controllo di malattia, associato ad un rischio di tossicità più basso e configurando un trattamento sempre più personalizzato.
Tra le diverse tecnologie ad alta specialità, da oggi, grazie alla donazione della OSJ Charity Trust dell’Ontario nelle persone dei Cavalieri Mario Cortellucci e Tony Nalli, è a disposizione di questo reparto un apparecchio di brachiterapia di ultima generazione. Va sottolineata l’importanza di tale acquisizione essendo l’unica realtà del genere presente in tutto l’Abruzzo ed in molte province extraregionali limitrofe.
La brachiterapia utilizza sorgenti radioattive di piccole dimensioni, controllate a distanza, e permette l’erogazione di dose direttamente al tumore (da dentro a fuori) utilizzando appositi applicatori endoluminali, endocavitari o interstiziali, per i diversi organi o tessuti sedi di malattia (prostata, bronchi, utero, cervice uterina, vagina, esofago, retto, ano, cute, occhio, arti, vasi…). Si ottiene, così, un incremento delle dosi erogate e con esse dei risultati riducendo, invece, la dose ai tessuti sani e con essa la tossicità.
La brachiterapia può, inoltre, permettere un tempo di trattamento più breve, rispetto ai trattamenti convenzionali. Viene, quindi, minimizzato il disagio del paziente (soprattutto in un territorio così vasto e a bassa densità abitativa), a vantaggio della qualità di vita. Inoltre si otterrà, così, un minore utilizzo delle risorse sanitarie ed un abbattimento dei costi associati.


08 Ottobre 2011

Categoria : Cronaca
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