Prendiamo esempio tutti da Ortona


(di G.Col.) – Ortona, che non è un paesino di 1000 abitanti ma una cittadina importante, ha deciso di mandare a casa il suo sindaco, non condividendo il suo agire in merito alla centrale a turbogas. Non entriamo nel merito del problema, che comunque è ritenuto vitale per la città e il suo hinterland campagnolo. Detto, fatto, in aula consiliare non si è presentato nessuno o quasi, e il sindaco (ripetiamo, a prescindere da ragioni e torti) si è dimesso.
Prendiamo tutti esempio da Ortona, in senso politico. Quando una comunità ritiene che il suo sindaco sbaglia, se lo toglie facilmente, inducendolo ad andare a casa. Basta semplicemente farsi da parte, fargli mancare il consiglio. Anche l’amministratore più coriaceo e tetragono capisce che deve defilarsi. Un metodo forse non delicato di far fuori un sindaco eletto dal popolo. Ma efficace. Ovunque nei comuni e negli altri consessi eletti dal popolo non si fa altro che litigare, tirare colpi bassi, lasciare soli i primi cittadini, contestarli, ghigliottinarli simbolicamente, ma alla fine nessuno alza un dito per mandarli a casa. Troppo comode le poltrone, e spesso anche i gettoni, i tornaconti, le febbri di potere, gli appetiti smodati. In fondo, si pensa, i guai se li risolva il sindaco… Ortona sa quello che vuole e quello che non vuole. Si chiama trasparenza politica, si chiama, se volete, anche coerenza. Anche da parte del sindaco.



07 Ottobre 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.