Uva, più buona e più scarsa
L’Aquila – Vendemmia finita (appena in tempo prima del maltempo) per l’uva bianca in Abruzzo, e vendemmia ancora da portare a termine per l’uva nera. Come andrà ? Bene per quanto riguarda la qualità , meno bene per la quantità , perchè il raccolto risulterà , alla fine, inferiore del 30% o più rispetto all’anno scorso. Questo il bilancio, stando ai dati noti, per un settore produttivo essenziale nell’economia abruzzese. Sono ormai parecchi anni, infatti, che la nostra regione si colloca ai vertici del prestigio enologico in Italia. Grandi etichette, grandi idee e bottiglie pregiate sempre più numerose. Ma le vigne hanno dovuto fare i conti, come altre produzioni della terra, con le stagioni e con il clima sempre più estremo, instabile, bizzarro dicono i più ottimisti. Rotto per sempre, dicono i più realisti. Il freddo a luglio, il caldo eccessivo ad agosto e per fortuna un buon settembre, hanno permesso una raccolta a scaglioni. Come e dove si è potuto, obbedendo alle regole del tempo “strano” e incostante. Ciò che si dice sempre, e con sempre minore ironia, è che le mezze stagioni sono scomparse: una frase che fa ridere quando funge da barzelletta sulle parole banali, ma che rivela una realtà problematica per chi vive di agricoltura. La terra è legata a doppio filo con il clima e la natura è concatenata. Quando si sente in tv che ci sono state doppie fioriture di mandorli da qualche parte, non è una semplice stranezza, ma un sintomo di profondi cambiamenti che distorcono le “abitudini” della natura. Qualcosa di molto inquietante, qualcosa che sta avvenendo con una rapidità imprevista. per quest’anno, comunque, meno vino ma buono. Consoliamoci così.
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