Le categorie dopo il sisma: i Commercialisti, occorre agire, basta attendere


enrico_coluzziL’Aquila – Abbiamo chiesto a due professionisti aquilani, un commercialista e un avvocato, di raccontare ai nostri lettori come la città sta tentando di rinascere, di riprendere fiato dopo la terribile botta del 6 aprile. Dal dr. Enrico Coluzzi, commercialista a L’Aquila, la prima risposta: “Caro Direttore, un paio di sere fa, ho sentito la mancanza delle mie sigarette. Alle 20 e 30 circa, in cerca di una pausa meditativa, scelsi bene di appollaiarmi su un muretto della strada che dall’Aquila, porta a Roio. Non sono rimasto a lungo in quella posizione, ma il tempo ha voluto regalarmi attimi di pensiero infiniti, che avrei voluto accompagnare con qualche boccata di fumo.
Guardavo la città e immaginavo di attraversarla, come ho fatto per due anni, uscendo dallo Studio di via dell’Arcivescovado fino a via Cascina, ad attendere mia moglie da sua madre e le sue buste di pane e di spesa. Il ciclo delle stagioni e i colori dei palazzi si alternavano e si avvolgevano vicendevolmente, quasi a voler interrompere, colorandolo, l’immobilismo delle viuzze. Ripensavo alle voci e ai profumi che infiocchettavano la mia passeggiata in centro. Ho pensato a Margherita, angolo Piazza Palazzo, alla sua crema e all’odore dei cornetti che, ogni mattina, correva lungo via Patini fino a disperdersi in via Sallustio. Guardavo il buio che accoglieva l’Aquila, nel suo silenzioso attendere, quando all’improvviso mi accorsi che la città, ormai ridotta ad una macchia scura nel buio della sera, stava a significare mille cose e a dimostrare che comunque l’attesa doveva finire.
La ripresa economica che serve a L’Aquila, in questo particolare momento, non può iniziare silenziosamente, tutt’al più è il sacrificio che sottende la ripresa che ammicca al silenzio, come quando l’allenatore urla ed il giocatore, nel silenzio, esegue.
Occorre agire, basta attendere. Non serviranno, a mio avviso i cartelloni all’imbocco della superstrada per Pescara “ridateci le ali”…… perché, io sono per il “riprendiamoci le ali”. A mio avviso, pian piano, si ridurranno gli sciami di inutili comitati, gli esilaranti rappresentanti del nulla, e tutte quelle forme di associazionismo teorico che tendono a sfiduciare le potenzialità, le doti e la forza del singolo. Quando raccontavo l’Aquila ai miei amici, tendevo a evidenziare i professionisti operanti in città in ogni settore, a sottolineare la necessità di un impulso maggiore, da parte delle istituzioni, all’offerta turistica, a immaginare un commercio meno sonnecchiante. Anche l’artigianato si stava reinventando in seguito alla trasformazione della domanda interna, sempre più interessata al prezzo che all’eccellenza dei materiali e del prodotto finito.
Elogiavo i librai ospitali e ben forniti di novità e la fortuna di avere i negozi di prodotti tipici che superavano, per presenze, le visite alla fontana delle 99 Cannelle.
Non nascondevo il disagio di esercitare la libera professione in una città orgogliosamente provinciale, che lasciava andar via, senza opportunità alcuna, le giovani eccellenze. Tanto da far sospettare una predilezione per le strutture borboniche, in grado di tenere a freno gli animi più innovativi.
La professione di Commercialista, indipendentemente dal fatto che si scelga di farla lontano dal proprio mondo, dagli amici di famiglia e da quelli di infanzia, non offre grandissime soddisfazioni se effettuata lontano da città come Roma e Milano.
E’ una professione che non lascia più ampi margini di autonomia e necessita, come noto, di aggiornamenti costanti e ampi margini di specializzazione.
Per quel poco che ho potuto valutare in due anni di esercizio della professione a l’Aquila, ho riscontrato l’esistenza sia di studi commerciali orientati a soddisfare le necessità di una clientela che richiede prevalentemente assistenza agli di adempimenti fiscali (contabilità e dichiarazioni) sia di quelli operanti con le consulenze aziendali i contenziosi tributari e le operazioni straordinarie. Oggi, in città, il profilo che va delineandosi all’orizzonte è sicuramente quello di una professione diversa e profondamente cambiata rispetto a quella che veniva svolta fino al 6 Aprile.
La figura del Commercialista tuttologo è (finalmente) giunta al capolinea. Chi vorrà operare nell’ area aquilana, se non l’ha già fatto, dovrà sicuramente optare per un’associazione professionale, con altri dottori commercialisti o meglio, con avvocati, per dar luogo a centri di eccellenza e boutique professionali in grado di soddisfare contemporaneamente le esigenze dei professionisti, delle imprese del luogo e di quelle che arriveranno assieme alle agevolazioni ed alla tanto auspicata zona franca.
Alcuni Commercialisti stanno differenziando la propria offerta di servizi, attrezzandosi anche per l’assistenza alle richieste di ristrutturazione, collegandosi a studi di Ingegneria e di Architettura, anche se questa attività mi fa venire in mente una battuta di un mio Prof. di finanza aziendale, secondo il quale nella corsa all’oro di fine secolo scorso, nelle praterie del Nord America, è diventato ricco il venditore di Setacci, raramente il cercatore d’oro.
Ciò nonostante, l’associazione tra professionisti non sarà una momentanea soluzione per sopperire alla semplice carenza di immobili agibili o alla necessità di avere mera condivisione di affitti, di attrezzatura informatica e di costi in genere, ma piuttosto una struttura che consentirà di condividere, tra gli associati, le professionalità e le gioie degli utili e sopportare i sacrifici economici della ricostruzione dell’operatività dello studio. Nella mia pausa, alzando gli occhi, vedendo la città vuota e, momentaneamente sconfortata, non ho avuto difficoltà ad immaginarla di giorno con i colleghi che, come me, dalle camere degli alberghi, dalle auto in coda al casello, nelle attese ai check points dei VVF, tentavano affannosamente di rincorrere telefonicamente o con ogni mezzo possibile, i commercianti e gli altri operatori del centro, per capire quale fosse la nuova rotta da far seguire alle fatture.
Sotto un profilo associativo, per motivi logistici, ho potuto assistere soltanto ad un paio di riunioni tenute dall’Ordine dei Commercialisti dell’Aquila, che attraverso il Presidente e il suo lavoro, ha saputo rappresentare e risolvere i problemi della categoria, riuscendo a convocare in loco i maggiori rappresentanti di categoria e i dirigenti dell’ente di previdenza ed assistenza di categoria, nonché a proporre ai professionisti operanti in città (quindi anche a quelli iscritti ad altri ordini professionali, ma attivi in città, come il sottoscritto) un contributo per sostenere l’acquisto di attrezzature utili al ripristino delle attività. I buoni risultati di tanto lavoro li ho potuti rilevare io stesso, quando ho ricevuto giorni fa una chiamata dalla Cassa Nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti che mi annunciava l’approvazione di un contributo ad personam a sostegno dei mancati guadagni e della ripresa della attività.
E’ grazie anche a gesti di solidarietà come questi se, ad oggi, io e i miei colleghi, stiamo riorganizzando lo Studio e a fine luglio saremo pronti per cominciare dalla nuova sede ad affiancare tutti quelli che hanno ripreso l’attività, quelli che non l’hanno mai interrotta e quelli che vogliono iniziarne di nuove. Mentre, continuavo a starmene, in pace, sul muretto che porta a Roio, tra una riflessione e l’altra, ho accennato qualche sorriso a mezza bocca quando, ripensando all’ispezione con i VVF nello Studio di via Dell’ Arcivescovado, una associazione di idee mi ha spinto a ricordare, l’immagine dello studio attraversato da un treno che non è riuscito a portarsi dietro i la voglia di rimettermi in discussione. Ho passato questi tre mesi, tra la mia Matera, e le puntatine su L’Aquila, durante i quali mi sono innamorato nuovamente della città, della sua gente, delle sue colline e del cielo che le sovrasta. Nonostante tutto, un groppone in gola, mi assalirà, quando, lasciando la mia terra, metterò definitivamente in moto l’auto, direzione l’Aquila.
In conclusione, credo che Le faccia piacere, sapere che, mentre io scrivo, a braccia aperte, in una culla di legno laccato bianco, intravedo l’espressione beata di Michele, mio figlio, nato a Matera il 4 Giugno scorso. Non sa ancora che la sua carrozzina ha le ruote grandi, perché avrebbe dovuto fronteggiare i sampietrini di via Bafile e Piazza Palazzo e che non era deciso che nascesse in Lucania, ma se un giorno dovesse tornare con un sorriso a casa, vorrò fantasticare che forse avrà letto su questo muretto, dove mi sono appollaiato in questa oretta, che una sera di inizio estate, senza lanciare cicche per terra, qualcuno ha scritto: La mia data da ricordare nel 2009 :
06/04 ?…………………………… 04/06 !! Ogni tanto un suo sorriso lascia intendere che forse già sa”.
(Nella foto: Il commercialista Enrico Coluzzi, originario di Matera, professionista a L’Aquila)


10 Luglio 2009

Categoria : Economia
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