Il Mia Casa? Non demorde


L’Aquila – Scrive Pio Rapagnà del Mia Casa: “Sono “solo” 1.485 gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica presi in considerazione dall’ATER dell’Aquila:
490 alloggi A – agibili con interventi di consolidamento;
293 alloggi B – temporaneamente inagibili, ma resi agibili con provvedimento di pronto intervento;
23 alloggi C – parzialmente inagibili;
679 alloggi E – totalmente inagibili;
In base al Decreto n. 23 del 15 novembre 2010 emanato dal Commissario Delegato per la ricostruzione – Presidente della Regione Abruzzo – Dott. Gianni Chiodi, le ATER ed i Comuni, circa un anno fa, avrebbero dovuto predisporre e sottoporre alla preventiva approvazione del Commissario delegato per la ricostruzione il Piano degli interventi per la riparazione o ricostruzione degli immobili dell’edilizia residenziale pubblica regionale e comunale sovvenzionata.
I “soggetti attuatori” sono stati indicati nelle ATER, nel Provveditorato alle Opere Pubbliche Abruzzo-Lazio-Sardegna e nel Comune dell’Aquila per il suo proprio patrimonio abitativo pubblico: dal 15 agosto 2009 sono immediatamente disponibili e utilizzabili ben 150 milioni di euro, i quali, trascorsi due anni, sono stati solo in “minimissima parte” richiesti e impegnati dall’ATER mentre la maggior parte di essi, da utilizzare per la ricostruzione degli edifici classificati E da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche e dal Comune dell’Aquila, rischiano, se non immediatamente “impegnati”, di essere “perduti” oppure “dirottati” verso altre destinazioni d’uso.
Di fronte a tale “preoccupante prospettiva”, perché il Consiglio regionale non viene convocato in seduta straordinaria, quantomeno in merito alla ricostruzione del patrimonio abitativo di proprietà delle ATER che sono “enti strumentali” della Regione stessa?
Vale la pena ricordare che, su sollecitazione del Mia Casa e su richiesta dei Consiglieri di opposizione, un consiglio straordinario sulle Case ATER venne convocato il 9 marzo 2010 ma, dopo una breve discussione e la votazione di un documento, venne “sciolto” per mancanza del numero legale e da quel giorno mai più riconvocato”.


07 Ottobre 2011

Categoria : Cronaca
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