Ora case, ospedale, aeroporto e… L’Aquila


osped-g8-lug09L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – I No Global hanno un cuore. A L’Aquila non c’era nulla da sfasciare (grazie, abbiamo già dato) e nulla hanno sfasciato. Evitate manifestazioni esagerate. In fondo, qualche richiesta urlata durante il corteo di oggi è anche giusta, anche molto giusta. Dimostrando di avere intelligenza, i protestanti hanno preferito sfilare, urlare, inveire, ma non frantumare: nè oggetti, nè residui di tolleranza della gente aquilana, stremata, provata, stanca, sbandata.
Le luci del G8 si sono spente? Terremo accesi i riflettori noi, alzeremo noi la voce se sarà necessario. Perchè, cari signori, caro inesauribile presidente Berlusconi (del quale nessun abruzzese dotato di coscienza e raziocinio, in questo momento, può dire che non l’abbia presa a cuore), adesso parliamo noi, i piccoli della Terra e le last ladies. Infatti, ora dovete darci le case, l’ospedale, l’aeroporto e… la città. Infatti, noi la città l’abbiamo persa e la rivogliamo. Tutta intera. Pietra su pietra. Non importa se ci vorrà tempo (e ce ne vorrà tanto), se non ci sono i soldi (bisogna trovarli), se neppure sappiamo quanti aiuti e risorse ci sono giunti e da chi. La rivogliamo, e si alzi in piedi chi pensa che abbiamo torto.
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LE CASE – Sono in costruzione, ma basteranno per tutti coloro che ne hanno diritto? Ci sono gli appartamenti alla GdF, ma saranno consegnati con onestà e pulizia, o solo ai raccomandati? Quante case di legno e quanti containers vedremo nei comuni del cratere? Esiste un piano per la ricostruzione della città, il Comune sarà in grado di gestirlo con decisione, chiarezza e polso fermo? Finora, non se ne ha notizia: convegni, parole, princìpi, enunciazioni, appetiti di tecnici e imprese, vorticoso giro di denaro. Pericoloso: non è infatti solo la mafia a costituire minaccioso orizzonte.
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AEROPORTO - In 40 anni L’Aquila non ne ha saputo fare che uno scaletto da trasvolatori domenicali, senza neppure le strade e una lucetta luetica qua e là. Oggi l’aeroporto c’è, il G8 è finito, Bertolaso andrà prima o poi via. Cosa intendiamo farne, chi lo gestirà e come, sarà utilizzato nelle sue potenzialità? Ci sta pensando il Comune? Che dicono Regione e Provincia?
OSPEDALE – E’ un altro regalo del G8. Pronto, bianco, efficiente, attrezzato, è al S.Salvatore, non molti posti letto, ma attrezzature di tutto rispetto. Sarà forse la sola struttura che verrà utilizzata davvero, visto che a occuparsene è un manager: uno e uno solo, Roberto Marzetti. Non una pletora di politici starnazzanti e rimbeccanti come un corteo di megere sdentate. Uno e uno solo. Confidiamo in lui, che, comunque, è esposto ai germi della politica infettiva e invadente.
L’AQUILA – La città dei cittadini non c’è più. Michelle Obama ha pianto. Figuriamoci noi. Gli aquilani la rivogliono. Vivere altrove e diversamente, in alienanti non-luoghi senza identità? No, grazie. O c’è L’Aquila, o tanto vale un altrove qualsiasi, oltre l’orizzonte, in fissità atemporali di differenti dimensioni umane e sociali. Su questo, cari potenti e aspiranti potenti di oggi e di domani, non ci piove. Questa gente ha già pagato un prezzo devastante. E’ ground zero, come il cuore di New York, che però attorno a quel ground zero, c’è ancora.
(Nelle foto Col: Sopra, la struttura dell’ospedale G8. Sotto, due vedute della viabilità di accesso all’aeroporto. Passati Obama e gli altri della Terra, restano a L’Aquila, come l’intero aeroporto)


10 Luglio 2009

Categoria : Cronaca
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