Tasse, consiglio straordinario: campane a distesa lunedì
L’Aquila – 30 MESI DAL SISMA, NEMMENO UN CANTIERE IN CENTRO – La questione della restituzione delle tasse sospese per il sisma di due anni fa sarà uno degli argomenti della seduta straordinaria e aperta del Consiglio comunale dell’Aquila, prevista per lunedì 10 ottobre, alle 16, alla sala Sandro Spagnoli di palazzo dell’Emiciclo. Si parlerà anche di attività produttive ed enti culturali. Il Comune, quindi, chiama a raccolta, ed è come se suonasse a distesa le campane da una torre civica che, al momento, non c’è perchè è ingabbiata. A trenta mesi dal sisma (6 aprile 2009, 6 ottobre 2011), ricostruzione zero: nemmeno un solo cantiere nel cuore storico della città . La restituzione delle tasse e la sopravvivenza economica della città al disastro naturale, ma anche a certe proprie storture psicologiche e di costume, è come l’ossigeno per un malato: una questione di vita o di morte. La politica ha da tempo riacceso i motori della lamentazione sul problema tasse, ma è dal consiglio comunale che dovranno venir fuori decisioni e direttive. Non bisogna sempre attendersi manna dal cielo, arriva anche il momento dell’autodeterminazione.
Dall’aula dell’ex palazzo Margherita – assenteisti permettendo – deve uscire una decisione, sia pure quella estrema di scoprirsi il petto e farsi impallinare come Salvo D’Acquisto. E’ vicino il momento in cui tutto, a cominciare dalla ricostruzione, passerà nelle mani del Comune, di ogni comune che abbia subito la devastazione. L’Aquila deve essere capace di pretendere dal Governo un trattamento uguale a quello riservato ad altre aree distrutte. I viaggi della speranza a Roma saranno anche utili, in un paese di bizantinismi e di trame potere-politica, in cui nulla avviene se qualche potente non lo vuole e non lo elargisce preferibilmente in periodo pre-elettorale. Il diritto, qui, è utopia, sta scritto su codici e pandette, e lì quasi sempre rimane. Quel che conta è la trama politica. Ma in questo momento L’Aquila si gioca la propria sopravvivenza e deve essere capace di grande determinazione. Il consiglio comunale non ha mai brillato per dignità , capacità e senso del dovere. E’ tempo che lo faccia se ne ha. Non si vive di soli Chiodi, Letta e Cicchetti. La città si consegni a se stessa, ai suoi disoccupati, al suo bisogno, ai suoi precari, alle sue attività produttive, alla sua economia luetica. In consiglio comunale nessuno andrà a suonare manganellate, come avvenne a Roma. Ma bisogna farsi valere. Il tempo delle mele è passato da quel dì. Anche delle mele marce. Lunedì vedremo.
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