Fiat, Val di Sangro come Pomigliano?
Atessa – Come era scontato, la Sevel annuncia la propria uscita da Confindustria Chieti, così come a livello nazionale ha fatto la Fiat. La notizia, per quanto attesa, suscita preoccupazioni sia nelle istituzioni che nel mondo sindacale. Viene subito precisato che non dovrebbero esservi conseguenze per l’automotive, verso il quale si orientano anche risorse derivanti dal FAS nei giorni scorsi confermato dal comitato interministeriale CIPE. Il Polo di Innovazione Automotive, realizzato e costituito nel 2010, conta ad oggi 68 aderenti tra Grandi Imprese e PMI e vede la partecipazione attiva della Facoltà di Ingegneria dell’Università dell’Aquila e di Economia Chieti-Pescara e di Centri Ricerca. Alcuni dati significativi delle aziende aderenti: fatturato 5.900.000.000 euro, esportazioni pari al 50% circa del totale regionale, dipendenti circa 18.000. Una realtà di sicuro spessore economico e occupazionale.
L’uscita di Sevel dalla Confindustria Chieti comporterà anche una forte riduzione delle “entrate” sotto forma di contributi aziendali. I sindacati temono che in Val di Sangro il gruppo Fiat si orienti sempre più verso il modello Pomigliano. A Chieti si auspica che restino i legami territoriali con Sergio Marchionne, che è nato in città e vi ha vissuto parte della gioventù. Anche legami personali e affettivi, quindi.
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