Nelle prime due ore corteo senza incidenti
L’Aquila – Sono le 13 e 45 quando poco più di un migliaio di manifestanti in corteo, organizzato da movimenti, associazioni no global e sindacati di base, si mettono in marcia dalla stazione di Paganica: in testa al corteo una discreta presenza di aquilani tra un ondeggiare di bandiere, caschi gialli, cori e slogan, tra cui ‘Verba volant – sisma manet” oltre all’ormai noto ‘Yes we camp’, divenuto di fatto il motto ufficiale del movimento anti G8 a L’Aquila, manifesti e striscioni sulla ricostruzione post-terremoto, ma anche contro il governo, Bertolaso e, naturalmente, il G8.
Numerosi, almeno trecento, i rappresentati della stampa, fotografi e cineoperatori italiani e stranieri, per carpire interviste, immortalare momenti di grande partecipazione collettiva.
I manifestanti, tra cui Piero Bernocchi, leader dei Cobas, Alfio Nicotra e Stefano Frezza (Prc), hanno sfilato preceduti e seguiti da un servizio d’ordine imponente, con carabinieri e polizia in assetto anti sommossa e numerosi mezzi blindati in testa ed in coda: uno spiegamento di mezzi e di uomini eccessivo ma che secondo le previsioni avrebbe dovuto fronteggiare un numero ben maggiore di manifestanti.
Almeno nelle prime due ore di corteo tutto è proceduto senza incidenti. Qualche attimo di tensione davanti ai cantieri di costruzione delle nuove case a Bazzano, dove i manifestanti hanno sostato per scandire i loro slogans: all’interno del cantiere un altro ingente spiegamento di forze di polizia ma, per fortuna, non si è andati oltre le parole ed i cori e poi i manifestanti hanno ripreso la marcia di avvicinamento alla città .
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