CGIL: la scuola perde posti di lavoro
Pescara – SE NE SONO PERSI 3500 IN TRE ANNI – Per quest’anno scolastico il taglio sui docenti e sugli Ata, nella scuola abruzzese, e’ stato di 764 unita’ (378 docenti e 386 Ata), mentre negli ultimi tre anni sono stati persi 3.500 posti. E’ il grido di allarme lanciato questa mattina dalla Cgil Flc (Federazione lavoratori della conoscenza) sottolineando che le immissioni in ruolo “tanto sbandierate quest’anno”, relative a 511 docenti e 639 Ata, “non sono una conquista di nessuno ma sono un atto dovuto dopo i tagli dei precari”. A dirlo e’ stata Cinzia Angrilli, segretario della Flc Cgil, la quale ha messo in evidenza anche in calo degli alunni, per un totale di 708 unita’. Il sindacato ha espresso la propria preoccupazione su diversi punti e ha annunciato la partecipazione allo sciopero nazionale, con manifestazione a Roma, dell’8 ottobre, invitando tutti a partecipare. Le critiche del sindacato riguardano, tra l’altro, “i paremetri seguiti per il dimensionamento della rete scolastica, che in Abruzzo riguarda 72 istituzioni, e il rischio di perdere altri 260 docenti, come prevede un documento della conferenza delle Regioni”. Andando nel dettaglio sono state esaminate anche le questioni locali e per L’Aquila Pino Bellante ha segnalato la necessita’ di “superare l’utilizzo dei moduli, che doveva essere legata all’emergenza del terremoto”, e ha chiesto di “evitare il taglio ulteriore di personale. Le classi pollaio esistono anche qui – ha detto – e la qualita’ della didattica e le condizioni in cui si affronta la didattica si sono abbassate molto”. Preoccupata per la numerosita’ delle classi anche Emilia Di Nicola (Pescara), la quale ha fatto notare che nelle classi dell’infanzia si arriva a 29 bambini “e questo comporta molto piu’ lavoro sia sull’assistenza che sulla didattica, anche alle superiori”. Mariella D’Orsogna (Chieti) ha sottolineato il problema dell’Istituto alberghiero di Villa Santa Maria dove “quest’anno ci sono cento ragazzi in piu’ e un convitto nuovo ma ci sono 15 educatori in meno e i nuovi spazi non possono essere occupati. Mancano, poi, i collaboratori scolastici (ce ne sono 150 in meno) e si creano situazioni di difficolta’ per i bambini dei nidi”. La Cgil chiede l’intervento della Regione, perche’ faccia la propria parte.
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