Tangenti, talpe e intercettati informati
Montesilvano – Con la testimonianza del sostituto commissario Giancarlo Pavone, e’ ripreso, dopo la pausa estiva, il processo su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune, che conta tra gli imputati l’ex sindaco Enzo Cantagallo. Pavone ha ricordato che le indagini sono partite da un esposto e ha detto che gia’ dalle prime intercettazioni si e’ avuto il sospetto che gli imputati sapevano non solo di essere indagati ma anche di avere il telefono sotto controllo. Talpe annidate chi sa dove? Su questo aspetto Pavone ha riferito di essere venuto a conoscenza, tramite l’ispettore Pastore, che Cantagallo sapeva di essere sottoposto ad indagine. A Pastore l’avrebbe detto l’ispettore Colangelo a sua volta informato da Cantagallo stesso. Sull’interpretazione di una intercettazione telefonica tra l’ex sindaco e Lamberto Di Pentima, ex capo di gabinetto del Comune di Montesilvano, si registra uno scontro tra accusa e difesa. Nella telefonata Cantagallo racconta di un colloquio con una persona, che gli investigatori ritengono trattarsi del comandante dei vigili di Montesilvano, moglie dell’ ex capo della squadra mobile, Zupo. Nello specifico l’ex primo cittadino riferisce a Di Pentima di aver chiesto a quella persona se sapeva qualcosa sulle indagini e questa, secondo Pavone, avrebbe risposto di non sapere nulla. Dopo questa fase Pavone ha parlato della parte delle indagini relative ai lavori dei fossi di scolo realizzati a Montesilvano dalla ditta Ferretti, sostenendo l’esistenza di anomalie nelle concessioni degli interventi.
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