La vecchia, indimenticabile “Tommasi”

(di G.Col.) – Una biblioteca austera, centrale, storica come era la Salvatore Tommasi a L’Aquila (accanto al liceo classico Cotugno, alle fine dei portici detti “del liceo”), è nella cornice di ogni immagine che riguardi la città. La Tommasi era per lettori, ricercatori, topi di biblioteca, storici, studenti, ma anche perditempo e cacciatori di fanciulle con gli occhiali (studiose), un luogo essenziale. Ci si andava, ovviamente, a studiare in pace, magari al caldo, visto che negli anni Cinquanta il riscaldamento non era proprio in tutte le abitazioni. Oppure per cercare un libro, e non acquistarlo come pretendevano i professori. Lì dentro era aperta la caccia alle ragazze assenti dallo struscio serale. Le secchione, le verginelle forzate, le elusive, che però sotto i soffitti maestosi della Tommasi dovevi incontrare per forza. Se lo aspettavano e auguravano.
Alla biblioteca si accedeva salendo una erta scalinata di pietra (da terrore, pensanso alle norme di sicurezza di oggi…) e passando accanto al vecchio laboratorio di fisica del Cotugno, regno del prof. Ezio Villante, il primo vero divulgatore scientifico. Dentro, favolose macchine di ottone, una piccola vaporiera, il disco di Newton e tanti altri ordigni per spiegare (e far capire, mica come oggi) la fisica. Nelle scuole di oggi alzi la mano chi ha mai ricevuto una vera lezione di fisica in un gabinetto attrezzato. Tutti abbandonati, impolverati. Anche tante menti e cervelli.
Rivedere oggi la biblioteca Tommasi a Bazzano fa sconcerto. Ma grazie lo stesso alla Provincia e alla Telecom. Ce l’hanno messa tutta e soprattutto i soldi. Il passato è irrevocabile e non condivisibile con chi non c’era. Poi , ricordiamoci, era l’altra vita, quella finita il 6 aprile 2009.