Soldi FAS, giovedì il CIPE
L’Aquila – I soldi FAS (fondo per aree da sostenere) arrivano, forse giovedì. E’ quello il giorno in cui, viene garantito, il CIPE (Comitato interministeriale programmazione economica) dovrebbe firmare aprendo la scarsella dello Stato, dalla quale usciranno 612 milioni di euro per l’Abruzzo. Una bella iniezione di soldi spendibili, che il governo regionale dovrà usare subito e bene. Stando all’esperienza del passato, subito e bene sono due parole astrali, per la politica e la burocrazia. Non resta che sperare nel presidente Chiodi: sia superChiodi e agisca bene. La somma è enorme e potrà impinguare le esangui casse abruzzesi, spingere il sangue dell’economia a circolare meglio nel sistema venoso sclerotizzato, sforacchiato, danneggiato. Sui 612 milioni che il CIPE dovrebbe, ormai è dato per ceto, far affluire in Abruzzo ci sono, come è ovvio, opinioni discorsi e coincidenti con i punti di vista forzati e stereotipati della politica. La maggioranza è soddisfatta, l’opposizione frena, mormora, ha da ridire, sia pure moderatamente. Nella festa del PD a Pescara, il saggio Franco Marini dice che “miracoli non ce ne sono stati”. Per i fondi FAS, nota uno dei padri del sindacalismo e della politica abruzzese, c’era un impegno che è stato mantenuto. Tutto qua. Ci mancherebbe altro, aggiungerebbe Marini se non fosse un signore che misura le parole. Insomma, grazie, ma tanto ci dovevate e avete fatto solo il vostro dovere. Il sen. Di Stefano, del PdL, dice che i soldi incideranno decisamente sull’economia abruzzese “se saranno spesi bene”. Proprio così. Diremmo anzi: se saranno spesi. In passato infatti è capitato che ingenti risorse non hanno prodotto risultati, semplicemente perchè nessuno è stato capace di spenderle. Un po’ come per i molti milioni di euro di premi vinti, che nessuno va a incassare. Capita anche questo. Con i FAS non deve capitare.
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