Fini grazie, ma è un diritto


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è giunto oggi a L’Aquila a dire alla gente del cratere sismico che la proposta di legge popolare sulla ricostruzione sarà calendarizzata entro ottobre, massimo novembre. Che la commissione competente ne abbia iniziato l’esame, o no. E’ una prerogativa del presidente aprire in tal modo il dibattito parlamentare, e a Fini sono dovuti dei ringraziamenti solo perchè ha preso a cuore il caso. Ma, caro presidente, come lei sa meglio di noi, che si discuta una proposta di legge firmata dal popolo è un diritto. Sacrosanto. In Italia spesso, sempre più spesso, si vilipendono i diritti dei cittadini, e si lascia cadere dall’alto, come una concessione,spesso in extremis, il riconoscimento di tali diritti. E’ una stortura antidemocratica del nostro paese, che dall’Europa si allontana sempre di più, non solo per motivi economici. Nelle democrazie autentiche, come quelle europee appunto, accanto alle quali l’Italia aspira a sedere con pari dignità, quando il popolo propone una legge, la politica non perde tempo. Non può farlo.
Se la legge proposta riguarda una città e la sua area distrutte in ogni senso da una catastrofe, il suo esame nella sede competente (il Parlamento) deve avvenire senza intoppi e senza contorsioni politiche. Quindi Fini è venuto a darci una buona notizia, e va ringraziato per la sua vicinanza alla città – dimostrata anche altre volte – , ma non a portarci una benevolenza di cui abbiamo il sacrosanto diritto. Ha voluto farci sentire il suo calore, anche umano, ma forse in cuor suo sa che i diritti dei cittadini si rispettano, e la loro attuazione non deve cadere dal cielo come una grazia ricevuta. Un presidente della Camera certe cose non le può dire, ma sicuramente può pensarle. Crediamo che Fini le pensi.
Ora agli aquilani e agli altri terremotati (tali sono, senza mezzi termini nè edulcorazioni del linguaggio) deve essere riconosciuto il diritto a facilitazioni fiscali, lo stesso ottenuto da altri italiani colpiti da catastrofi: pare, stando al Messaggero di oggi, che ci siano buoni presupposti. Anche quello è, peraltro, un diritto e non un regalo. Ai cittadini si riserva uguale trattamento, o, se volete, tutti i cittadini sono uguali di fronte alle leggi: anche fiscali. Aspettiamo. Ma l’Italia perda il brutto vizio di far sembrare un’elargizione ciò che invece è dovuto. E’ da basso impero.


24 Settembre 2011

Categoria : Politica
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