Banche vendute a mezzo stampa?
Chieti – DI PRIMIO INTERVIENE STANCO DI VOCI E INDISCREZIONI – Il sindaco vuol sapere cosa c’è di vero nelle voci circa compravendite di banche, che riguardano direttamente la città. Ha scritto a Luigi Bettoni, Banca d’Italia; a Roberto Sbrolli, direttore Carichieti; a Tito Codagnone, presidente Carichieti, una lettera che più chiara non potrebbe essere, mentre finora altrettanta chiarezza non proviene dal mondo bancario, forse attento solo ad affari possibili o ipotizzabili. Ecco la lettera:
“Egregi Signori, da qualche giorno sulla stampa locale appaiono notizie relative alla volontà
di Banca Tercas di acquisire quote dell’Istituto teatino Cassa di Risparmio di Chieti.
Sempre dai medesimi canali, si è diffusa la notizia che “…al netto di tante voci, i conti” della Carichieti “…non sarebbero così esaltanti”.
Con questa mia, lo dico subito ed a scanso di equivoci o fraintendimenti, non desidero affatto invadere il campo d’altri, quello bancario in specie, ma per una ragione che mi impone d’intervenire.
Il ruolo da sindaco richiede una mia attenzione anche per quelle vicende che apparentemente lontane dalle competenze dell’ente da me amministrato, in realtà, come nel caso de quo, finiscono o possono finire per incidere e condizionare la vita di centinaia di dipendenti-cittadini e migliaia di clienti, privati e pubblici, che Carichieti ha nella mia città.
La volontà di acquisire quote della Cassa da parte della Tercas è cosa legittima ma, mi consentirete, strano è il modo in cui detta volontà si manifesta, ovvero a mezzo stampa.
Normalmente, così mi viene detto, regola non scritta, ma sempre rispettata, vuole che i consigli di amministrazione degli istituti coinvolti preparino tali operazioni e non le facciano conoscere all’altra parte dalle colonne dei quotidiani.
Al di là dell’aspetto formale, debbo però sottolineare, situazione personalmente riscontrata, che l’uscita giornalistica del vertice di Tercas, ha ingenerato dubbi e sospetti in molti e forse compromesso, certamente danneggiato, quella attività di risanamento che a via Colonnetta è costata non poco.
Mi riferisco alla determinazione che la Cassa, dopo le vicende che hanno visto negativamente protagonista il vertice della stessa, ha mostrato nel cambiare e rinnovare il proprio management, nel ridurre il numero di Dirigenti ed emarginare situazioni che in passato l’avevano messa in difficoltà. Il tutto, evidentemente, nell’ottica di una sana gestione dell’Istituto e, soprattutto, con l’obiettivo dichiarato di rilanciare la Banca anche attraverso le avviate nuove politiche commerciali, il potenziamento delle attività di controllo e la massima attenzione prestata sul fronte del contenimento della spesa.
Questo è quello che mi è stato detto da dirigenti della Cassa e che ho letto su interviste rilasciate dai vertici dell’Istituto.
Apprendere adesso dalla Tercas (così dicono i giornali), che tutto questo non è vero, o non è servito a nulla, mi preoccupa.
Però, come spero, se le affermazioni dei dirigenti della banca teramana non rispondessero al vero, tale loro condotta non merita solo d’essere censurata, ma piuttosto d’essere denunciata agli organi competenti di B.d’I. considerato il danno (non solo d’immagine) che ciò ha procurato o potrebbe ancora procurare alla Cassa ma, anche ed in particolare, per quel che mi riguarda, al mondo che intorno a questa ruota fatto da miei concittadini (dipendenti o clienti) e dalle imprese teatine (almeno quelle che intrattengono rapporti con Carichieti).
Mi fa riflettere, inoltre, leggendo le continue incursioni giornalistiche della Tercas, il mal celato tema, dietro la dichiarata questione acquisizione quote Carichieti, della costituzione di unica banca abruzzese (d’altronde Tercas ha già acquisito Caripe).
Sia ben chiaro, ritengo la questione del credito argomento di particolare importanza del quale la politica dovrebbe occuparsi non per prenotare posti nei consigli d’amministrazione, ma per contribuire ed agevolare a dare risposte alle imprese ed alle famiglie strozzate da una crisi economica senza pari che ha colto impreparato anche il sistema creditizio al pari dei cittadini.
E’ per questo, che piuttosto che pensare ad acquisizioni poco opportune (ricordo che Tercas è concorrente di Carichieti, che Cariplo cedendo il suo 10% entra anche in Tercas conservando un piede in Carichieti ma, soprattutto, che tale cessione viene fatta per una quota posta appena sotto quella che richiederebbe il controllo di B.d’I.), dovremmo tutti, sistema del credito, politica, amministrazioni locali (penso al ruolo delle tesorerie), parti sociali, impresa, elaborare possibili strategie e sinergie, risorse locali contro una crisi globale, per dare le risposte che la gente si aspetta, dalle istituzioni, dal mondo del credito e dalla finanza.
Il Patto per l’Abruzzo, voluto dalla Regione, proprio per la partecipazione ampia sulla quale può contare, potrebbe essere il terreno più giusto per intavolare un serio e proficuo confronto anche sul tema credito/impresa/famiglie.
Dunque, notizie come quelle apparse sulla stampa, soprattutto in questo momento, rischiano non solo di destabilizzare l’attività dell’Istituto teatino che sta uscendo da un periodo non facile grazie alla sua solidità ed all’impegno dei dipendenti, ma rischiano di ingenerare fenomeni speculativi capaci di fiaccare ancor più il flebile sistema economico/finanziario abruzzese.
Insomma, dopo aver assistito alle discussioni -tutte rigorosamente sulla stampa (non certo per colpa di questa)-, sull’unico ateneo abruzzese, sull’unica ASL, sulla unione di Province, senza un reale confronto tra i soggetti interessati e protagonisti, non vorrei che si fosse iniziato a discutere (sempre sulla stampa e solo su questa) anche di un unico istituto bancario abruzzese, ma anche questa volta senza che l’idea sia preventivamente valutata nelle sedi deputate a partire dalla Banca d’Italia.
Il rischio di speculazioni, il rischio dell’impoverimento del sistema creditizio, della occupazione extraregionale degli istituti locali, della incapacità, perché distratto da altro, del sistema bancario locale di dare risposte al territorio, alle famiglie ed alle imprese, mi preoccupa più d’ogni altra cos.
E’ per questo, che chiedo massima attenzione, nei limiti delle competenze ad esse assegnate, alla Banca d’Italia. Chiedo altresì al Presidente Codagnone ed al Direttore Sbrolli di rendere quanto più trasparente e nota l’azione della Carichieti così da rassicurare personale e clienti sul reale stato di salute e sul futuro della Cassa”.
Non c'è ancora nessun commento.