E se ci colpisse in testa?


L’Aquila – (Immagine da Internet) – Stanotte, o domani (fino a sabato incluso) corriamo un rischio nuovo, diverso e adeguato ai tempi: c’è la remota possibilità che i pezzi di un satellite grande come un autobus ci colpiscano. Magari proprio in testa, procurandoci un bozzo difficilmente trascurabile. O definitivo. Questo ordigno (magnifica macchina, vedremo perchè) orbitava attorno alla Terra, come centinaia di altri noti e ignoti ai comuni mortali (ci sono anche satelliti per lo spionaggio di cui sappiamo poco o niente), poi hanno deciso di pensionarlo e lo fanno uscire dall’orbita. Per fare cosa? L’ultimo viaggio, a precipizio verso la Terra: insomma, precipita. Il satellite si farà in mille pezzi, sono una trentina dei quali rimarranno solidi (gli altri si bruceranno nell’attrito con l’atmosfera terrestre) e toccheranno il suolo. Dove esattamente nessuno può dirlo.
La caduta può avvenire in una fascia molto ampia della superficie terrestre, tra la Scozia e l’estremo sud del mondo. Ci capitiamo in pieno e mettiamoci l’anima in pace. Esiste, tuttavia, solo una probabilità su 13.000 che un frammenta colpisca una persona o le sue vicinanze, risultando letale. Come dire che è molto più rischioso uscire in automobile ogni giorno. Sarà visibile lo spettacolo di qualcuna di queste “stelle cadenti”? Sì, ma molto difficilmente: bisognerebbe essere uno che guarda il cielo fissamente per almeno 48 ore e ha la fortuna di vedere il frammento cadere, punto luminoso con scia. Veramente improbabile.
Il satellite cadente è una macchina magnifica che nel suo servizio in orbita ha collezionato scoperte e osservazioni importanti per la scienza, e scoperto anche molti pianeti orbitanti attorno a stelle lontane. Mondi come il nostro, qualcuno dei quali probabilmente abitabile o abitato.
Ecco cosa c’è dietro le tante chiacchiere e i falsi allarmi circolati nei giorni scorsi, secondo i quali una cometa, un meteorite o chi sa cos’altro avrebbe colpito la Terra. Non è ancora Armageddon. E’ solo una macchina umana che torna a casa. Se ne trovate un pezzo, non mettetelo in vendita su Internet… sareste capaci anche di questo. Non toccatelo e chiamate qualcuno che – forse – ne saprà ancora meno di voi, ma sosterrà di sapere tutto e di saper fare, soprattutto, ciò che è necessario.


22 Settembre 2011

Categoria : Cronaca
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